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Opinioni

Aiuto: De Gregori è diventato un conservatore!

Polemiche per l’intervista del cantautore al Corsera: critiche da destra e sinistra e persino una lettera aperta. La sua colpa? Aver detto, fra mille banalità (sia chiaro), che questa sinistra non rappresenta più nessuno. Ah, e aver votato Monti. Insomma, davvero questa è la cronaca di uno scandalo che non c’è.
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Ha fatto discutere non poco l'intervista di Aldo Cazzullo a Francesco De Gregori pubblicata dal Corriere della Sera. Tra critiche ed endorsement (pochi, per la verità e decisamente concentrati nel composito fronte del "terzismo"), le "confessioni" del cantautore romano hanno provocato finanche la piccata risposta di un gruppo di 10 deputati del Partito Democratico, con una lettera aperta in cui si criticano alcuni passaggi: "Sono passati tanti anni, siamo invecchiati tutti, sicuramente lo siamo noi, ma non possiamo credere che il nostro maestro sia invecchiato così male da dirci "Il verbo credere non dovrebbe appartenere alla politica". Ma i 10 democratici non sono i soli a non aver apprezzato i giudizi di De Gregori (basta un rapido sguardo alla marea di bocciature su twitter, per quel che conta ovviamente): le critiche sostanzialmente partono dalla presunta banalità di alcuni concetti alla "invasione di campo" non legittimata da particolari conoscenze della materia, passando per una "supponenza e presunzione senza eguali", fino ad arrivare a valutazioni nel merito di alcune considerazioni ( su Pd, Grillo e larghe intese in particolare).

Sostanzialmente "il Principe" è riuscito a scontentare un po' tutti. E questo non è necessariamente un limite, aggiungerei. Del resto, lasciando da parte l'obiezione (legittima, per carità, ma molto discutibile) di chi crede che un cantautore con la storia di De Gregori non abbia titolo per raccontare le sue impressioni sulla politica (come se non avesse un pubblico cui interessassero…), appare evidente che quando si opera una "scelta di campo" e si rompe quel legame con un'area politica di cui si è stato in qualche modo un punto di riferimento, sia inevitabile prepararsi a ricevere critiche e insulti. Era successo in parte anche a Nanni Moretti, che di quella stessa area politico – culturale è stato (è?) allo stesso modo punto di riferimento essenziale. Quello che è francamente surreale è il merito di alcune considerazioni / critiche, relativamente ad alcuni passaggi dell'intervista di De Gregori. Passi la questione della banalità (e ci sarebbe da discutere per ore sul rapporto fra complessità, originalità e senso della realtà), ma cosa avrà detto di così clamoroso De Gregori, al netto delle sue personalissime interpretazioni? Ha evidentemente abbandonato il fronte della lotta? È di colpo diventato un conservatore reazionario o semplicemente interpreta quello che è il sentimento di tanta parte del centrosinistra? Ma soprattutto, ha davvero così torto nel dire che questa sinistra, ripeto "questa sinistra", non rappresenta più nessuno?

Insomma, davvero nel Paese delle larghe intese, del doppio settennato di Napolitano, del Governo del rinviare, possiamo stupirci di dichiarazioni del genere?

– "Monti alla Camera e Bersani al Senato. Mi pareva che Monti avesse governato in modo consapevole in un momento difficile. Sono contento di com'è andata? No. Oggi non so cosa farei. Probabilmente non voterei".

Scelta di voto singolare, forse. Ma teoricamente in linea con il sostegno del Pd al precedente Governo Monti e, nella seconda parte, con il sentimento di tantissimi italiani.

– "Questo governo non piace a nessuno. Ma credo fosse l'unico possibile. Ringrazio Dio che non si sia fatto un governo con Grillo e magari un referendum per uscire dall'euro".

Questa parte di dichiarazione potrebbe avere la firma di un centinaio di parlamentari del Pd. Di 101 sicuramente.

– "Basta con l'ansia di non avere nemici a sinistra; io ho sempre avuto nemici a sinistra, e non me ne sono mai occupato".

Come sopra. Con le firme che sarebbero un po' più di 101.

– "Berlusconi ha fatto politica solo per proteggere i suoi interessi, senza avere nessun senso dello Stato, nessun rispetto per le regole e, credo, con alle spalle una scarsa cultura generale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti".

Forse mi sarò perso qualche passaggio (gli ultimi venti anni magari), ma dovrebbe essere questo il giudizio di valore della quasi totalità dell'elettorato di sinistra. C'è contraddizione fra questo passaggio e quelli precedenti? Beh, cari democratici guardate un po' i banchi del Governo.

– "Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull'Ilva di Taranto? Pensare di eliminare Berlusconi per via giudiziaria credo sia stato il più grande errore di questa sinistra".

Il battere "po – li -ti – ca – men -te" Berlusconi è stato un refrain di decenni di centrosinistra. Dove sarebbe lo scandalo?

– "Renzi è uno che ha sparigliato. Se il Pd avesse candidato lui probabilmente avrebbe vinto. Ma la scelta del termine rottamazione non mi è mai piaciuta, mi è sempre parsa volgare e violenta".

Che questo sia un giudizio da radical chic non c'è dubbio. Che sia una considerazione banale, nemmeno. Ma che sia così lontana dal "sentimento" di tanta parte degli elettori del Pd non ci giurerei…

– "Ho trovato inquietante la campagna di Grillo, il suo modo di essere e di porsi, il rifiuto del confronto, le adunate oceaniche. Condivido i tagli ai costi della politica e la richiesta di moralizzazione che viene da molti e che Grillo ha saputo ben intercettare".

Diciamo che questa è una citazione delle campagne elettorali di Bersani, Monti e Berlusconi. Basta?

– "Mi piace Papa Francesco, la più bella notizia degli ultimi anni. Ma mi piaceva anche Ratzinger. Intellettuale di altissimo livello, all'apparenza nemico del mondo moderno e in realtà avanzatissimo, grande teologo e per questo forse distante dalla gente".

Ecco, De Gregori è in buona compagnia. Probabilmente di una cinquantina di milioni di italiani. Ma non ditelo troppo in giro.

Insomma, vuoi vedere che a furia di alzare il ditino ci stiamo davvero dimenticando in che Paese viviamo?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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