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Riforma fiscale

Come cambieranno le aliquote Irpef con la riforma fiscale e chi pagherà meno tasse

Il viceministro Leo è tornato a parlare delle aliquote Irpef, spiegando che anche il primo scaglione verrà ampliato. L’obiettivo è sempre quello di ridurle a tre.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La rimodulazione delle aliquote Irpef sarà il cuore della riforma fiscale del governo Meloni, che verrà messa a terra nei prossimi mesi con la scrittura dei decreti delegati. Nei paletti messi dal governo ci sono una serie di punti da affrontare, oltre all'Irpef. Dall'Irap all'Ires, passando per una revisione della riscossione. Meloni l'ha chiamata rivoluzione fiscale, ma per ora di chiaro c'è ben poco. Tanto che il viceministro Leo, che al Mef ha avuto l'incarico di occuparsi del fisco, continua a parlare – in maniera più o meno prudente – di come potrebbe essere strutturata alla fine la riforma. Anche perché per tagliare le tasse servono soldi, banalmente.

"Ampliare lo scaglione della prima aliquota". L'obiettivo su cui si sta orientando il governo, spiegato ieri dal viceministro all'Economia a Skytg24, è sostanzialmente questo. Insomma, rispetto alle bozze circolate nelle ultime settimane, la questione cambia. Al momento l'Irpef – pagata dalla stragrande maggioranza degli italiani – si divide in quattro aliquote: fino a 15mila euro di reddito, si paga il 23%; da 15mila a 28mila, si paga il 25%; da 28mila a 50mila, si paga il 35%; oltre i 50mila si paga il 43%. Finora si è parlato di un accorpamento delle fasce centrali, creando uno scaglione unico dai 15mila ai 50mila euro, con un'aliquota tra il 28 e il 33%, a seconda di quanto il governo potrà investire. Ovviamente tagliare di più significa spendere di più.

Il viceministro Leo, però, ha annunciato che il governo vuole ampliare il primo scaglione più che accorpare i due centrali, il che significa che i benefici – in questo caso – ricadrebbero più sulle fasce che hanno un reddito più basso. Una delle accuse che vengono mosse al governo Meloni da opposizioni e sindacati è proprio questo: voler favorire i redditi medio alti con la riforma del fisco. Che sia un annuncio reale o propaganda volta proprio a sgonfiare queste polemiche lo dirà il tempo, intanto il viceministro ha ribadito la sua "prudenza" mentre si attendono i calcoli della Ragioneria di Stato: "Vedremo dove si fermerà l'asticella", ha precisato.

Leo ha anche parlato dell'abolizione dell'Irap, che di fatto diventerà una sovraimposta: "Non comporterà neppure un euro in meno per la sanità – ha assicurato – Oggi le persone fisiche non la pagano e questo ha portato ad una disaggregazione delle società di persone per pagare meno tasse". Un'altra tassa sulle imprese che verrà rivista è l'Ires: "Se abbassiamo l'aliquota la dobbiamo indirizzare verso certi obiettivi – ha detto Leo – Pensiamo a chi esce dal reddito di cittadinanza, dobbiamo dargli un'opportunità attraverso un incentivo alle imprese, agli ultracinquantenni, alle donne, ai disabili".

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