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Unioni civili: un (mezzo) passo in avanti

Renzi forza la mano e si porta a casa una legge che è sicuramente un passo in avanti dopo anni sulle unioni civili ma rinuncia a parti che fino a qualche mese fa erano definite “irrinunciabili”. Eppure i cattolici e le associazioni della famiglia sono comunque sul piede di guerra. Viene da chiedersi: a questo punto non si poteva fare di più?
A cura di Giulio Cavalli
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Partiamo da ciò che funziona: è un passo verso i diritti per le coppie gay. Dopo anni di Pacs, Dico e tutto un maramaldeggiare tra sinonimi e contrari il governo Renzi decide di forzare per arrivare al risultato e non è un caso che il portavoce del Family Day Massimo Gandolfini dica che "Renzi va fermato" e che (per ripicca) "a ottobre bisogna dire no al referendum costituzionale" e anche il segretario della CEI Nunzio Galatino abbia definito questa legge "una sconfitta per tutti". Renzi, piaccia o no, ha accettato di farsi dei nemici per mantenere, in parte, le promesse.

Ma forse proprio perché alla fine è stata necessaria una forzatura viene da chiedersi se il Governo non avrebbe potuto, a questo punto, cercare il risultato pieno: la legge pesantemente modificata dai centristi in Senato (lo stesso Alfano proprio oggi dice di avere "salvaguardato l'istituzione della famiglia") è molto distante da quella che veniva difesa spada tratta da Renzi a febbraio di quest'anno. «Avanti con la stepchild adoption» diceva Renzi al Corriere della Sera l'8 febbraio 2016, «la linea del Pd è sempre la stessa e non contempla neanche l’ipotesi dello stralcio della stepchild adoption. Si lavora per una maggioranza parlamentare che approvi il testo. Le leggi entrano in Parlamento in un modo ed escono con delle modifiche. Ma la linea del Pd resta sempre la stessa.» assicurava, sempre a febbraio, il capogruppo del PD Ettore Rosato e il 18 febbraio il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luciano Pizzatti disse senza mezzi termini, riferendosi alla stepchild, che "la parola stralcio è una bestemmia". Proprio così.

Questa legge è un passo in avanti? Sì, ma con questo passo l'Italia rimane comunque indietro rispetto al resto d'Europa e questo anche il governo deve avere il coraggio di riconoscerlo. Le eccezioni quando si tratta di disuguaglianze sono un terreno molto scivoloso: nascono oggi delle coppie che sono meno coppie degli altri. Nascono dei matrimoni di serie b (senza il coraggio, per fortuna, di chiamarli matrimoni) in cui non vige l'obbligo di fedeltà, in cui i figli (naturali) non sono totalmente figli, in cui l'essere coniugi (ma non del tutto) peserà sull'applicazione di diverse leggi civili e penali.

Viene da chiedersi insomma se davvero sia valsa la pena tentare una mediazione (fallita) con i cattolici e la destra, accettare il compromesso al ribasso del NCD e rifiutare ogni trattativa con l'opposizione per partorire una legge incompleta. Il punto fondamentalmente è questo: vale la pena farsi spazio per un passo in avanti e compierne mezzo?

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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