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Tensione a Lampedusa: migranti in rivolta per i rimpatri. Il centro di accoglienza in fiamme

Gli agenti di polizia in assetto antisommossa stanno cercando di riportare la calma. Lanciate bottiglie d’acqua e altri oggetti nei loro confronti. Prima di sera è previsto da Lampedusa un altro volo che riporterà in Tunisia altri 30 profughi.
A cura di Biagio Chiariello
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Tensione al centro di accoglienza di Lampedusa. Dopo la partenza del primo volo con a bordo 30 tunisini rimpatriati, numerosi connazionali che speravano di poter essere trasferiti in Italia, dopo il lungo viaggio nel quale molti hanno anche trovato la morte (barcone affondato), hanno manifestato tutta la loro rabbia arrampicandosi sul tetto della struttura che li ospita per improvvisare una protesta al grido di "Libertà, libertà". Dispiegato uno striscione che recita "Vogliamo la libertà". Diversi coloro che continuano ad inveire nei pressi del cancello che separa l'area che qualche settimana fa accoglieva i minori da quella dei maggiorenni. Gli agenti di polizia in assetto antisommossa stanno cercando di riportare la calma. Lanciate bottiglie d'acqua e altri oggetti nei loro confronti.

Prima di sera è previsto da Lampedusa un altro volo che riporterà in Tunisia altri 30 profughi. I migranti sono stati condotti all’aeroporto a bordo di un pullman e quindi perquisiti. Ognuno di loro è scortato da due agenti delle forze di polizia.

Nel frattempo un incendio è divampato all’interno dello stesso centro di accoglienza. Una colonna di fumo si è innalzata da due degli edifici che ospitano i migranti. Della situazione hanno approfittato centinaia di persone che stanno cercando di darsi alla fuga sulle colline adiacenti. Almeno una cinquantina  hanno fatto perdere le proprie tracce, mentre altri sono stati bloccati dai militari che occupavano la zona. Al momento, non si hanno notizie di eventuali persone ferite.

Lampedusa è stata devastata dai clandestini, anche se in occasione della seconda visita di Berlusconi l'isola era stata bonificata e ripulita. Ciò in particolare per quella che è diventata "la collina della vergogna", dove per mesi si sono accampati i migranti che giungevano sulle coste italiane. Ormai si temono rappresaglie continue da parte di coloro che, secondo gli accordi presi tra il ministro Maroni ed il governo tunisino, dovranno essere espulsi.

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