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Strage Lampedusa, Kyenge: “Su quel barcone avrei potuto esserci io”

Il ministro per l’Integrazione dopo la tragedia di Lampedusa ammonisce “Quei morti ce li abbiamo tutti sulla coscienza, bisogna rivedere tutte le nostre norme sull’immigrazione”.
A cura di Antonio Palma
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"E' una tragedia immane, un dolore terribile che mi paralizza perché su quel barcone avrei potuto esserci io" con queste parole il ministro Cecile Kyenge esprime il suo stato d'animo all'indomani della tragedia del barcone di migranti affondato al largo delle coste di Lampedusa causando centinaia di vittime. Il ministro per l'Integrazione del governo Letta in un'intervista a Repubblica nonostante l'indignazione però non rinuncia ad ammonire quanti ancora non vedono o non capiscono la tragedia dei migranti che continuamente muoiono in fondo al mare. "Quei morti ce li abbiamo tutti sulla coscienza" ha detto la Kyenge, aggiungendo "Le cose ora devono cambiare, per un ministro il dolore deve trasformarsi in azione".

"Basta vittime" ha ribadito la Kyenge, proseguendo "Questa è la goccia che fa traboccare il vaso: bisogna rivedere tutte le nostre norme sull'immigrazione e serve una legge sui richiedenti asilo". Insomma secondo il ministro c'è necessità e urgenza di modificare la legge italiana sul'immigrazione, la Bossi Fini, con un lavoro collettivo e "coinvolgendo tutti i ministri interessati". Necessario però anche un intervento dell'Europa, per il ministro infatti serve "un intervento condiviso dall'Europa, a partire dall'adozione di canali umanitari che rendano più sicuri questi viaggi dove organizzazioni criminali lucrano sulla pelle di uomini, donne e bambini". "Si deve anche rivedere la convenzione di Dublino perché tutti i Paesi europei devono gestire i profughi" ha sottolineato Kyenge che per l'immediato invece propone di " mettere in piedi una struttura di coordinamento interministeriale tra Interno, Integrazione, Infrastrutture e trasporti, Esteri e Difesa, in stretta relazione con la presidenza del Consiglio, al fine di soccorrere i profughi e aiutare comuni e comunità locali che sono in prima linea".

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