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Stop al sito di stoccaggio del gas di Rivara che non c’entra nulla col sisma

Il ministero dello Sviluppo Economico ha detto “no” all’impianto di stoccaggio gas a Rivara, comune a poca distanza dall’epicentro del terremoto. Molti, in questi giorni, hanno attribuito la responsabilità della catastrofe a qualcosa che ancora non esiste.
A cura di Biagio Chiariello
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Stop al sito di stoccaggio del gas di Rivara che non c entra nulla col terremoto

Il terremoto in Emilia ci ha dato la conferma che ogni catastrofe naturale porta con sé polemiche, scontri, dilemmi, interpretazioni varie e anche qualche bufala. La più gettonata voleva che le frequenti scosse degli ultimi giorni fossero state causate da una serie di operazioni effettuate nel sottosuolo per conto delle aziende petrolifere. Sull'argomento ieri è intervenuta FederPetroli (Federazione Internazionale del Settore Petrolifero), sottolineando come  la «polemica sia stata montata su un nulla di fatto», precisando come non ci sia «nessuna correlazione tra i terremoti e le trivellazioni».

Quindi oggi è arrivato il comunicato del Ministero dello Sviluppo Economico. Nei giorni scorsi il governo aveva già dichiarato che nelle zone dove, in questi giorni, ha imperversato lo sciame sismico non sono mai state portate avanti tecniche di fratturazione idraulica (fracking). Ciò non accadrà neppure in futuro. E' stato infatti rigettata la richiesta di autorizzazione sullo studio di fattibilità dell’impianto di stoccaggio gas che Erg Rivara Storage (la società che si sarebbe dovuta occupare della realizzazione) ipotizzava nella Bassa Modenese (zona considerata a bassa pericolosità tellurica). Rivara è una piccola frazione di San Felice sul Panaro, uno degli epicentri del terremoto.

Il progetto della centrale di Rivara sarebbe nato su vecchio giacimento di gas esaurito, messo all'asta dall'Eni per farne un deposito sotterraneo per lo stoccaggio di gas naturale proveniente dalla Russia e dall'Algeria. In Italia già ci sono impianti simili. Al momento quello di Rivara è niente più che un deposito vuoto. Ma molti hanno avanzato l'ipotesi che se fosse stato attivo, con le diverse scosse di questi giorni, sarebbe successo un disastro. Per non parlare di coloro che, come già accennato, sono convinti che sia stata proprio questa la causa del terremoto. La Erg Storage avrebbe perforato il suolo a scopo sperimentale.

«Mai fatto niente del genere», replicano dalla società. Non solo:

 I dati sulle perforazioni che abbiamo usato risalgono a studi del 1979, noi non abbiamo in alcun modo toccato il terreno a Rivara, non abbiamo fatto carotaggi, non abbiamo perforato o immesso gas o acqua. Gli strumenti che servono per perforare un pozzo occupano uno spazio pari ad un ettaro, nemmeno volendo avremmo potuto farlo e passare inosservati.

C'è poi da mettere in conto che anche il Ministero dell'Ambiente aveva «dato valutazione positiva per lo studio di fattibilità del deposito del gas» a Rivara, «non una valutazione positiva per la realizzazione di questo stoccaggio: non è stato fatto nulla e tutto quello che viene raccontato, riguardo alla possibilità che l'evento sismico possa essere collegato a qualcosa del genere, è semplicemente assurdo» parole di Corrado Climi, titolare dell'Ambiente.

Alla fine, però, non è arrivata neanche l'autorizzazione all'accertamento della fattibilità del programma di stoccaggio. Il veto è stato posto perché «l'intesa negativa della Regione Emilia-Romagna costituisce motivo ostativo all'accoglimento dell'istanza». Soddisfatto l'assessore alle Attività Produttive, Gian Carlo Muzzarelli,  «senza il nostro consenso non si può fare nessuna attività su quel territorio. Come drammaticamente dimostrato negli scorsi giorni, quel consenso è stato giusto non concederlo, perché la zona, come avevamo scritto in tempi non sospetti, è sismicamente attiva e densamente abitata».

Ma più che il consenso della Regione, alla fine ha vinto la paura per un qualcosa che non è mai esistito.

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