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Libia, trovati su una spiaggia i corpi di 41 migranti

Giornata di sbarchi e vittime sul fronte migranti. Decine di corpi sono stati trovati su una spiaggia di Sabrata. Sarebbero morti annegati cinque o sei giorni fa.
A cura di Susanna Picone
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Decine di cadaveri sono stati rinvenuti sabato da alcuni volontari nell’ovest della Libia, su una spiaggia di Sabrata. Il Mail online, che cita una fonte locale, parla di quarantuno corpi di migranti senza vita. La fonte ha riferito che i corpi sono stati trasferiti in un centro di medicina legale per il prelievo del dna e poi saranno sepolti. I migranti, probabilmente in viaggio verso l’Italia, sarebbero morti annegati almeno cinque o sei giorni fa. La stessa fonte ha specificato che si tratta di un numero di corpi “eccezionalmente alto”. Di solito, infatti, ogni giorno vengono ritrovati uno o due corpi per cui superare le quaranta persone in una sola giornata fa parlare di “un numero eccezionalmente elevato”. Gruppi di volontari sono stati addestrati dalla municipalità di Sabrata per cercare le vittime dei trafficanti di esseri umani. Un’altra tragedia del mare si è verificata a bordo di un barcone partito dalla Libia e portato dagli scafisti sino a limite delle acque territoriali italiane. Nel vano motore sottostante giacevano i corpi di 15 uomini e di un ragazzino, deceduti per asfissia e per le gravi ustioni procurati dalla fuoriuscita di carburante.

Giornata di sbarchi in Italia – Quella di oggi è stata anche una giornata di sbarchi. Sulle coste italiane, da Messina e Cagliari, sono arrivate centinaia di persone. “La linea nostra deve essere: noi siamo un grande Paese e noi accogliamo chi scappa da guerre e persecuzioni ma non possiamo accogliere tutti”, ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano nella giornata conclusiva dei lavori della sesta edizione della Summer School della Fondazione Costruiamo il futuro. “Coloro i quali scappano da guerre e persecuzioni – ha aggiunto Alfano – noi li accogliamo e lavoriamo per una redistribuzione europea. Quelli che scappano non da guerre e persecuzioni, ma perché vogliono venire in Europa e sono irregolari nel territorio europeo, noi dobbiamo lavorare per rimpatriarli perché siamo un popolo e un Continente accogliente ma non possiamo accogliere tutti”.

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