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L’autista del furgone che ha travolto Scarponi è disperato: “Sono morto anche io”

Secondo alcune testimonianze, poco dopo aver travolto il ciclista Michele Scarponi, l’autista del furgone era disperato, batteva la testa contro un muro e ripeteva: “Sono morto anche io”.
A cura di Alessio Morra
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Sabato mattina è morto in circostanze tragiche Michele Scarponi, trentasettenne ciclista vincitore del Giro d’Italia del 2011. La dinamica dell’incidente non è ancora stata ricostruita con chiarezza. Si sa solo sin dal primo momento che a Filottrano il ciclista si stava allenando di primo mattino e stava macinando chilometri in vista del Giro d’Italia. Il momento naturalmente è difficile per la moglie e i gemellini di Scarponi, per i tantissimi amici, i tanti appassionati, ma anche per l’autista del furgone, il cui nome non è stato svelato, ma che è invece noto a tutti gli abitanti di quel paesino delle Marche.

‘La Gazzetta dello Sport’ ha riportato una testimonianza di un uomo che non ha visto la scena, ma che abita abbastanza vicino al luogo dell’incidente e si è precipitato subito sul posto. Ebbene quest’uomo avrebbe riferito che il conducente del furgone subito dopo aver travolto Scarponi mentre batteva la testa contro un muro avrebbe detto più volte: “Sono morto anche io”. L’autista del furgone, ha 57 anni, ed è un amico della famiglia Scarponi. Questa rivelazione rende ancora più drammatica e più triste l’accaduto. L’uomo nel corso del primo interrogatorio dei carabinieri, avvenuto sul luogo stesso dell’incidente, aveva detto di non aver visto Scarponi in bicicletta. Perché abbagliato dal riflesso del sole. Negativo l’alcol-test a cui l’autista è stato sottoposto.

La tragica morte di Scarponi ha colpito tutto il mondo dello sport, non solo quello italiano. In tutti i campi di calcio è stato osservato un minuto di raccoglimento per la morte dello sfortunato ciclista. Mentre tanti suoi amici lo hanno ricordato con grande affetto. Vincenzo Nibali, che lo considerava un fratello, dopo averlo onorato su Twitter lo ha ulteriormente omaggiato vincendo il Giro di Croazia, dedicando il successo a Scarponi.

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