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Immigrazione, migliaia di profughi respinti dall’Austria all’Italia

L’allarme dei sindacati di Polizia: “Non possiamo gestire questa crisi umanitaria con soli 31 agenti. E’ un flusso migratorio di proporzioni mai viste”.
A cura di B. C.
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 Dall’inizio dell’anno sono ormai quasi quattro mila i profughi che provano ad attraversare il confine del Brennero e vengono puntualmente rispediti indietro in Italia. Oltre 1400 stranieri solo nei mesi di luglio e agosto, a cui si vanno ad aggiungere gli oltre 700 del mese di settembre, per un totale di oltre 2mila migranti durante quest’estate. L’ultimo respingimento è avvenuto due giorni fa: un gruppo di 118 extracomunitari, composto da 39 adulti e 7 bambini della Siria, Eritrea e dell'Iraq, è stato intercettato a Woergl su un treno internazionale diretto in Germania. Dopo essere stati nutrirti dalla Croce rossa ad Innsbruck, sono stati consegnati alle autorità italiane, come anche un gruppo di 73 siriani ed eritrei che poche ore prima erano arrivati dal Brennero su un altro convoglio.

Immigrazione, denuncia dei sindacati di polizia: "Situazione critica"

“La situazione è diventata critica – spiega Mario Deriu, il delegato del sindacato di polizia Siulp – negli anni precedenti sono stati fatti tagli all’organico senza tenere minimamente in considerazione la questione immigrazione”. Entrare nell’area Schengen qualche tempo fa voleva dire “libera circolazione”, quindi non c’era bisogno di presidiare la frontiera in modo serrato, ora però richiede un lavoro 24 ore su 24 con trentuno agenti in tutto, divisi su più turni e in diverse mansioni. “Con questi flussi migratori però è cambiato tutto, siamo tornati ai carichi di lavoro di prima, quando c’erano 120 agenti a gestire la situazione”. I problemi riguardano anche il rifiuto degli stranieri di sottoporsi alla procedura di riconoscimento dello status di rifugiato (che prevede la fotosegnalazione del profugo) a cui deve necessariamente seguire la denuncia con la conseguente difficoltà di individuare interpreti. Il sindacato Coisp chiede che la situazione "non ricada sulle spalle dei colleghi, lasciati soli a gestire un flusso migratorio di proporzioni mai viste".

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