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Il ragazzo scambiato per pedofilo su Facebook. Minacce all’ingresso del suo bar: “Muori”

Alfredo Mascheroni, titolare di un bar di Collecchio sta vivendo un dramma. Qualcuno ha preso una sua foto e ha fatto girare un messaggio sui social network, con una terribile accusa. Lui si è rivolto alla Polizia Postale. Ma in questi giorni nei suoi confronti si sono moltiplicate le minacce.
A cura di Biagio Chiariello
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La sua vita è diventata un incubo. E’ bastata una immagine circolata su Facebook col suo volto e il messaggio che lo indicava come “bastardo pedofilo”. Se qualcuno nei giorni scorsi ha messo in discussione la drammatica storia che vede protagonista Alfredo Mascheroni, le nuove foto diffuse su Facebook dal blogger David Puente non dovrebbe più lasciare spazio al dubbio. Il giovane 24enne di origine lombarda titolare di un bar di Collecchio era stato sommerso dal fango per una bufala, forse un scherzo costruita ad arte da sconosciuti. Stamattina Alfredo ha trovato delle scritte inequivocabili sui vetri del suo locale. “Pedofilo”, “Crepa”, “Muori”, si legge in rosso all’ingresso del suo bar.

Il giovane nei giorni scorsi ha già denunciato la bufala di cui è stato vittima alla Polizia Postale. Bisognerà chiaramente attendere per cercare di capire chi sono i responsabili di quel ‘fake' che sta rovinando la vita di un ragazzo. "Ciao, per favore segnali questo profilo? E' un bastardo che manda foto nude a tutti e pedofilo, grazie dimmi se lo fai", è il testo del primo messaggio da cui è partita la catena. Le condivisioni sono arrivate in una settimana a 20 mila e l’esistenza di Alfredo è cambiata.

Il 24enne, ad ogni modo, sta ricevendo diversi messaggi di solidarietà in questi giorni. “È ora che la gente impari a usare i social o ne stia fuori: avere un profilo Facebook non è un ordine del medico”, si legge ora nei commenti su Facebook. E ancora, un altro utente: “Volevano farlo passare per un mostro, ma i mostri sono loro. Bisogna risalire certamente a chi ha iniziato la catena dell’infamia e sputtanarlo. Sarà comunque lavoro lungo e difficile”.

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