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Il giallo di Yara Gambirasio: il pm smentisce i risultati dell’autopsia

Solo ieri l’agenzia Ansa aveva reso noto, due anni dopo la scomparsa della giovane di Brembate, i risultati degli esami medici che definivano con certezza l’orario della sua morte: “Meno di un’ora dall’uscita dalla palestra”. Ma pm e consulente dei Gambirasio hanno dei dubbi.
A cura di Susanna Picone
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Solo ieri l’agenzia Ansa aveva reso noto, due anni dopo la scomparsa della giovane di Brembate, i risultati degli esami autoptici che definivano con certezza l’orario della sua morte: “Meno di un’ora dall’uscita dalla palestra”. Ma pm e consulente dei Gambirasio hanno dei dubbi.

È notizia di ieri, battuta dall’agenzia Ansa, quella che avrebbe dovuto fornire dettagli particolarmente rilevanti riguardo la morte di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata senza vita dopo tre mesi. L’agenzia, facendo riferimento ad alcuni esami medici compiuti sul corpo di Yara, ha scritto che la giovane sarebbe sopravvissuta al suo assassino per meno di un’ora. Sarebbe morta, insomma, poco dopo essere uscita dalla palestra di Brembate e portata nel campo di Chignolo d’Isola. La certezza sull’orario della morte stabilita, secondo quanto è stato scritto, dalle analisi dei processi digestivi. Ma oggi, stando a quanto riporta l’Eco di Bergamo, il primo che avrebbe negato tali dati è stato il pm che indaga sul caso, Letizia Ruggeri. Nelle relazioni precedenti, infatti, c’è scritto che il decesso di Yara è avvenuto “diverse ore dopo” la scomparsa. Non solo il pm avrebbe espresso dunque dei dubbi ma, come lei, anche il consulente della famiglia di Yara Gambirasio, Giorgio Portera. Secondo quanto riporta l’agenzia Tmnews, per il consulente dei Gambirasio infatti “è impossibile stabilire l’ora esatta” del decesso.

La posizione del consulente dei Gambirasio sulle indagini – Giorgio Portera ha spiegato che in tutti gli accertamenti medico legali non c’è un riferimento così preciso dell’ora della morte di Yara, che non è possibile stabilirlo a livello scientifico e dunque che il dato fornito ieri “non trova conferma negli accertamenti medico legali”. Il consulente dei Gambirasio, intervenuto telefonicamente in una trasmissione televisiva, ha parlato anche delle indagini che proseguono a due anni dalla scomparsa di Yara e che per ora vedono come unico indagato l’operaio Mohammed Fikri. Secondo Portera il Dna (la pista “preferita” dagli inquirenti) è risolutivo nel momento in cui si ha un’ottima base investigativa “altrimenti si rischia di inseguire un risultato che, probabilmente, non si vedrà mai”. Non solo, il consulente è tornato a parlare del cantiere e dei riscontri scientifici che erano emersi sul corpo di Yara. Qualche parola anche a proposito dell’unico indagato (prosciolto dalle prime accuse e che anche per il pm sarebbe estraneo ai fatti): “Aspettiamo che il pm depositi tutti gli atti in modo da poter mettere un punto su questa situazione o, eventualmente, svilupparla in parallelo perché la posizione di Fikri potrebbe servire per ulteriori ricontri investigativi”.

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