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Edward Bond: “Il mio teatro è estremo come la vita” (VIDEORITRATTO)

Edward Bond è uno dei massimi autori e teorici del teatro contemporaneo. La sua opera contiene una lucida e spietata analisi delle dinamiche di violenza e potere nella società contemporanea. A 86 anni ama ancora definirsi un “estremista”. Lo abbiamo intervistato per voi a Roma, al Teatro Argentina, dove è stato invitato per tenere una lectio su uno dei suoi capolavori, “Lear”.
A cura di Andrea Esposito
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Siamo andati al Teatro Argentina di Roma per incontrare il drammaturgo e poeta Edward Bond, una delle figure più importanti del teatro contemporaneo. Bond è stato invitato per tenere una lectio proprio in occasione del nuovo allestimento di “Lear”, uno dei suoi capolavori del 1971, a cura di Lisa Ferlazzo Natoli e della sua compagnia lacasadargilla, in scena fino al 20 dicembre.

Chi è Edward Bond?

Edward Bond è uno dei massimi autori e teorici del teatro contemporaneo. Drammaturgo, poeta, sceneggiatore (ha collaborato ad esempio con Antonioni per “Blow-up”) e regista teatrale, ha scritto più di cinquanta opere rappresentate in tutto il mondo e numerosi saggi. Il suo teatro, difficilmente riassumibile in poche parole ha due grandi riferimenti: da un lato, il teatro epico di Brecht, nella sua funzione politica, nell’idea di fondo di partecipazione attiva dello spettatore; dall’altro, la tragedia classica, per la sua radicalità, perché racconta vicende “estreme”. Entrambi questi riferimenti si saldano dando vita a un teatro fortemente politico, tragico e “estremo”. Bond, infatti, nonostante i suoi ottantasei anni, ama ancora definirsi un “estremista”. La sua opera in definitiva contiene una lucida e spietata analisi delle dinamiche di violenza e potere nella nostra società che va di pari passo a una riflessione sulla funzione politica, culturale e antropologica del teatro. A questo proposito ci ha raccontato in modo molto semplice e chiaro: “Nel corso della storia ci sono state due grandi crisi. La prima, è avvenuta in Grecia, quando è nata la democrazia e con essa il teatro. Le due cose vanno sempre insieme. La seconda, invece, è avvenuta con la nascita delle moderne democrazie, dopo la rivoluzione francese, dopo la rivoluzione inglese… E infatti è nato un nuovo teatro. Senza Macbeth l’uomo non sarebbe sopravvissuto alla rivoluzione industriale! Oggi siamo nelle terza crisi e l’unico teatro possibile è un teatro ‘estremo’ che può aiutarci a comprendere come affrontare il nostro tempo”.

Il teatro non dice chi sei o chi dovresti essere. Vuole che tu definisca te stesso con una decisione. Sono i momenti in cui incontri te stesso, che nella vita reale tentiamo di evitare.

“Lear” a cura di Lisa Ferlazzo Natoli, Maddalena Parise, Tommaso Spinelli

Durante l’incontro che si è tenuto al Teatro Argentina, nella Sala Squarzina, insieme al drammaturgo inglese, Elio De Capitani e il traduttore Tommaso Spinelli hanno presentato il volume “Lear” a cura di Lisa Ferlazzo Natoli, Maddalena Parise, Tommaso Spinelli pubblicato da Minimum Fax. Un progetto editoriale che comprende una nuova traduzione del testo teatrale (a cura di Tommaso Spinelli e portata in scena in questi giorni da Lisa Ferlazzo Natoli al Teatro India) e altri contributi tra cui: un’introduzione dell’autore, due sue poesie inedite e una lunga conversazione con la regista. Un altro volume che vi segnaliamo per avvicinarsi all’opera di questo straordinario Maestro è “Edward Bond, la parola al drammaturgo” pubblicato dalla casa editrice Sillabe. Si tratta di una lunga e accurata conversazione tra Bond e David Tuaillon, docente e ricercatore francese specializzato in drammaturgia contemporanea. Per chi invece volesse iniziare a dare una rapida occhiata alle opere e ai temi, o semplicemente alla biografia di Bond, consigliamo di non consultare la pagina Wikipedia italiana, troppo asciutta e vaga, ma piuttosto quella in inglese che è invece molto ricca e accurata.

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