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Como, l’ospedale sbaglia il test del dna. Risarcito il bimbo “senza padre”

L’ospedale Sant’Anna di Como è stato condannato per aver prima attribuito la paternità a un uomo e poi averla tolta con un secondo test. Dopo la scoperta l’uomo si è allontanato dal bambino che improvvisamente si è ritrovato senza un padre.
A cura di Susanna Picone
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Sbagliando un ospedale ha annullato il rapporto tra un uomo e un bambino, che per anni hanno creduto di essere padre e figlio. Accade a Como, dove l’Ospedale Sant’Anna è stato condannato a risarcire la madre del piccolo. La storia risale al 1999 ed è stata raccontata dal quotidiano La Provincia. Quando la donna è rimasta incinta ha deciso di rivolgersi al laboratorio di citogenetica dell’ospedale Sant’Anna di Como per essere certa della paternità di un uomo col quale aveva avuto una relazione. Il test del Dna è chiaro: la compatibilità con il bimbo è del 99.9 per cento. E così quell’uomo, nonostante la relazione interrotta con la madre del bambino, decide di fare da padre per il piccolo. E lo stesso fanno i suoi genitori, che per il bambino sono dei nonni.

Ma poi un nuovo esame ribalta quello precedente: nel marzo del 2003 l’uomo effettua nello stesso ospedale un nuovo test e il risultato è opposto. Quel bambino non è suo figlio. E così lui sparisce dalla sua vita, insieme ai nonni. La mamma a quel punto fa ricorso al tribunale dei minori perché venga imposto un nuovo esame genetico che però confermerà il secondo risultato: quell’uomo non è il padre di suo figlio. E così la donna decide di far causa all’ospedale di Como, ora condannato dalla Corte d’Appello di Milano per danni, anche psicologici, causati dall’esame sbagliato. E i legali della famiglia ora chiedono un risarcimento anche per l'interruzione del vincolo parentale.

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