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Coi soldi pubblici la Lega pagava anche le canottiere di Bossi

Ma anche mutande, calzini, scarpe e persino un pigiama. Lo scrive La Stampa, che fa riferimento a quanto rinvenuto dagli inquirenti nei libri contabili del Carroccio. Queste nuove spese rischiano di far scattare un’altra ipotesi di reato per il Senatur: concorso in appropriazione indebita.
A cura di Biagio Chiariello
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Coi soldi pubblici la Lega pagava anche le canottiere di Bossi

Anche la celebri canotte del Senatùr venivano pagate coi soldi pubblici destinati ai rimborsi elettorali della Lega Nord. Nei libri contabili dell'ex tesoriere Francesco Belsito, tra le varie spese non giustificate da Bossi & Family, è venuta fuori anche la voce "abbigliamento". 24mila euro, per la precisione destinati, a «Umberto Bossi» o «per il Capo». E a dire il vero i nostri danari, secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, non pagavano solo le canottiere del leader della Nord. Come scrive La Stampa, ci sarebbero «scontrini (quando va bene) o generici giustificativi che testimoniano come tra il 2008 e il 2011, il Senatur, attualmente indagato per truffa ai danni dello Stato, si sia pagato vestiti, mutande, canottiere, calzini, scarpe e persino un pigiama grazie ai soldi pubblici dei rimborsi elettorali, elargiti dal munifico ex tesoriere Francesco Belsito».

Anche l'abbonamento di Sky pagato coi soldi pubblici? E così, dopo le lauree di Rosy Mauro e del Trota, le auto di Riccardo, i denti di Sirio, la scuola Bosina di Manuela Marrone, la casa di Gemonio costruita «a sua insaputa», spuntano anche i vestiti comprati coi contributi pubblici. E attenzione, non è finita. Tra le spese pazze e disinvolte della Lega, ci sarebbero anche 7.400 euro di omaggi floreali, che non è chiaro a chi siano destinati, 2.200 euro di gioielli (nulla, in confronto alle centinaia di migliaia di euro che tra lingotti e diamanti Belsito ha già riconsegnato alle Fiamme Gialle). E poi una curiosa somma: 612 euro per un abbonamento Sky del 2008. Perché il Cerchio Magico non doveva farsi mancare nulla. Tuttavia, queste nuove spese rischiano di far scattare per Bossi una nuova ipotesi di reato: quella di concorso in appropriazione indebita, accusa di cui già devono rispondere i suoi figli Renzo e Riccardo, beneficiari della famosa «paghetta» da 5 mila euro al mese.

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