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Chi controlla il cibo nel mondo? 10 giganti (ma 900milioni di persone soffrono la fame)

Il 70% dell’industria alimentare del pianeta è controllata da dieci multinazionali. Intanto, mentre 900 milioni di persone soffrono la fame, 1,4 miliardi soffrono di obesità…
A cura di Davide Falcioni
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Novecento milioni di persone nel mondo, secondo gli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite, soffrono la fame. Tuttavia il 70 per cento dell'industria alimentale del pianeta è controllata da appena 10 grandi "signori": sono i "re del cibo", fatturano 450miliardi di dollari all'anno e ne capitalizzano 7mila, l'equivalente della somma del prodotto interno lordo di alcuni tra i paesi più poveri della terra. Il controllo del cibo, secondo il direttore generale di Oxfam Italia Roberto Barbieri, è in mano a 500 marchi " riconducibili ai dieci signori della tavola". Si tratta di società percepite spesso dai consumatori come "indipendenti", ma che in realtà vivono sotto l'ombrello di multinazionali in grado di controllare non solo le politiche alimentari dell’Occidente "ma anche le politiche sociali dei paesi più poveri". Così la fame genera profitto. E' il capitalismo, che pur di sopravvivere divora se stesso e uccide milioni di persone. Chi per fame, chi per obesità, come gli 1,4 miliardi di uomini e donne che hanno il problema del sovrappeso. Sostiene Barbieri: "Sono due prodotti dello stesso sistema perché l’80 per cento di coloro che non riescono a sfamarsi vivono nelle campagne e lavorano per produrre cibo".

Ma cosa è Oxfam? Si tratta di un'organizzazione che si prefigge di sostenere le popolazioni povere del mondo tentando di rendere "virtuosi" i comportamenti delle multinazionali del cibo, ideando soprattutto campagne di pressione. L'obiettivo è quello di fare pressione su colossi come Nestle, Coca Cola, Mars e Mondelez per quanto riguarda i diritti dei lavoratori o, ad esempio, il fenomeno del land grabbing, l’esproprio forzoso delle terre dove si coltiva la canna da zucchero. "Già oggi — spiega il direttore di Oxfam Italia — sono coltivati a zucchero 31 milioni di ettari di terra, l’equivalente della superficie dell’Italia".

Chi sono i 10 "Signori del cibo"

Ma chi sono i dieci colossi del cibo? Ci sono Nestlè, Coca Cola, Kellog's, Danone, Unilever, Mars, Ppsicola, Mondalez, Associated British Food e General Mills. Insieme controllano una galassia di centinaia di marchi, molti dei quali presenti negli scaffali dei nostri supermercati. La concentrazione – evidentemente – genera profitti. Emblematico l'esempio alla birra, con il 60% del mercato globale controllato da tre colossi il belga InBev, il sudafricano Sab Miller e l'olandese Heineken. Per quanto concerne il capitolo "profitti" a dominare è Nestlè, con 90miliardi di dollari di fatturato, davanti a Pepsicola (66,5) e CocaCola (44 miliardi). Ultima, invece, Kellog's, con "soli" 13 miliardi di dollari.

La realtà italiana: solo Ferrero si avvicina ai colossi mondiali

In un quadro che privilegia la concentrazione nelle mani di pochissimi del controllo mondiale del cibo l'Italia rappresenta una anomalia. Nel nostro paese, infatti, resistono ancora le piccole realtà, come dimostra uno studio condotto dall'agenzia Next: le più grandi – come Ferrero (8,1 miliardi di dollari) – sono ben al di sotto dei colossi mondiali. Barilla si ferma a 3,5 miliardi di euro, mentre le altre società italiane che fatturano più di un miliardo sono solo cinque: Cremonini, Parmalat, Amadori, Lavazza e Conserve Italia. La galassia delle piccole e micro imprese, poi, è composta da migliaia di marchi

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