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Presenta sintomi autismo dopo il vaccino, ma non sarà risarcito dal Ministero

La denuncia del padre del bambino autistico e del M5S: il piccolo, dopo le vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge, ha riportato danni gravissimi e permanenti ma, nonostante una lunga battaglia legale, il ministero della Salute non risarcirà la sua famiglia.
A cura di Susanna Picone
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È stato dimostrato un nesso causale tra le vaccinazioni obbligatorie prescritte dalla legge e i danni gravissimi e permanenti riportati da un bambino ma nonostante questo il ministero della Salute non pagherà per quanto accaduto. In estrema sintesi è questo il dramma che da anni sta vivendo la famiglia Palazzolo di Terrasini, in provincia di Palermo. Una famiglia il cui figlio ha iniziato a star male dopo i vaccini obbligatori: la prima vaccinazione è avvenuta tre mesi dopo la nascita del piccolo, poi ci sono state le altre fino ad arrivare alla terza vaccinazione quando il bambino stava per compiere un anno (era il febbraio del 2001). Ed è da quel febbraio che la vita del piccolo è cambiata per sempre: è stato suo padre, Antonio Palazzolo, a raccontare la storia di suo figlio attraverso un video diffuso dal Movimento 5 Stelle. L’uomo ha spiegato che dopo le prime vaccinazioni (quelle che tutte le famiglie italiane sono obbligate a fare perché così prevede la legge) il figlio ha avuto una serie di conseguenze di salute molto rilevanti. È stato ricoverato in ospedale in preda alle convulsioni e alla febbre e col tempo ha iniziato a presentare gravi regressioni delle abilità già acquisite da neonato. Insomma, il bambino ha iniziato a presentare gli stessi sintomi dell’autismo. I suoi genitori scoprono che può esserci una connessione tra i problemi di salute e i vaccini obbligatori ed è in quel momento che comincia un lungo iter giudiziario per tentare di dimostrare come il bambino non sia nato autistico ma ci sia diventato dopo i vaccini.

La lunga battaglia legale della famiglia del bambino – Il nesso viene riconosciuto dalla commissione medica dell’Ospedale Militare del territorio. Ma alla famiglia Palazzolo il risarcimento viene negato perché la domanda non sarebbe stata presentata in tempo. I genitori però sostengono di essersi accorti del danno solo dopo alcuni anni e di essere quindi entro i termini di legge: presentando le cartelle cliniche con tanto di data ottengono la verifica positiva degli stessi medici del Ministero che intanto però cancella il nesso di causalità già sancito dalla commissione medica. Insomma, per la commissione sanitaria dell’ospedale il bimbo avrebbe subito dei danni a causa dei vaccini ma le pratiche per il risarcimento sarebbero state presentate in ritardo, mentre per il Ministero della Salute non è così. Un corto circuito che richiede a quel punto un parere del Consiglio di Stato secondo cui è vero che il bambino si è ammalato a causa delle vaccinazioni obbligatorie e i suoi genitori hanno presentato le pratiche per il risarcimento in tempo. Toccherebbe quindi al Ministero provvedere a riparare il danno fatto. Ma a quel punto il Ministero ammette l’errore, annuncia di cambiare iter dopo questa sentenza ma non vuole risarcire i casi precedenti.

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