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Visco (Bankitalia) in Commissione: “Da Boschi nessuna richiesta di interventi su Etruria”

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, sentito in Commissione Banche difende il suo operato: “Le perdite sopportate dai risparmiatori nei casi in cui non è stato possibile risolvere altrimenti le crisi sono state diffuse e dolorose”. E ribadisce che da parte della Boschi non ci fu alcuna pressione per Banca Etruria.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'allora ministro Maria Elena Boschi nei due incontri con il vice dg di Banca d'Italia Fabio Panetta "non fece una richiesta particolare di interventi" su Etruria. Lo ha detto il governatore di Banca d'Italia Ignazio Visco in audizione alla commissione d'inchiesta sulle banche. Secondo Visco l'allora ministro Maria Elena Boschi incontrò per due volte il vice di Banca d'Italia dg Fabio Panetta al quale "manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sulle conseguenze della crisi di Banca Etruria sul territorio". Gli incontri avvennero nel novembre 2014 e poi nel gennaio 2015. Il ministro Boschi, secondo Visco, "ha chiarito di non voler trattare atti e decisioni relativi a Etruria o alle sanzioni ricevute dal padre" Pier Luigi, vicepresidente dell'istituto aretino.

Ma Renzi, ha riferito il governatore dell'Istituto, cercò di avere informazioni sulla questione: "L'ex premier Matteo Renzi, "certamente una domanda la fece" in merito alla questione di Banca Etruria, "e io non risposi. Dissi che di banche in difficoltà io parlo solo col ministro dell'Economia".

Visco ha quindi ripercorso gli incontri avuti con il segretario del Pd nel 2014: "Nel primo incontro che ebbi con il residente Renzi parlammo di boyscout" – raccontato Visco – "Nel nostro secondo incontro si parlò dell'economia italiana e internazionale e dei rischi per le banche italiane ma Etruria non fu discussa". Invece in un terzo incontro in aprile che si svolse a Palazzo Chigi con Delrio e Padoan Visco ha detto: "Parlammo di economia italiana e il premier chiese perché quelli di Vicenza volevano prendersi Arezzo e parlò degli orafi. Io non risposi e la presi come una battuta. Non entrai per niente in condizioni di vigilanza". Ma chiarisce: "Insistenza non l'ho notata. Ho avuto la richiesta del presidente del Consiglio Renzi che mi è sembrata divertente, quella degli orafi di Arezzo con gli orafi di Vicenza, ma niente di più".

Renzi ha commentato l'intervento di Visco, ringraziandolo per le sue dichiarazioni: "Ringrazio molto il governatore Visco per le parole di apprezzamento che ha rivolto al mio Governo nella sua audizione. Mi fa piacere che fughi ogni dubbio sul comportamento dei ministri. Nessuno di loro ha mai svolto pressioni ma solo legittimi interessamenti legati al proprio territorio: attività istituzionalmente ineccepibile. Ringrazio dunque Visco che mette la parola fine a settimane di speculazione mediatica e di linciaggio verbale verso esponenti del mio Governo". E ha aggiunto: "Nessuna insistenza, nessuna pressione, nessuna richiesta di violazione del segreto è stata mai formulata da parte nostra".

Visco ha poi difeso l'operato della sua vigilanza: "Nell'opinione di alcuni la Banca d'Italia avrebbe sempre detto che "andava tutto bene" e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero". Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, ha precisato che già nel 2012 aveva lanciato un allarme sul peggioramento della qualità del credito.

Bankitalia prova così a difendersi dagli attacchi ricevuti nelle udienze precedenti, quando la Consob ha accusato Bankitalia di negligenza: "Abbiamo affrontato molte difficoltà, riuscendo a superarne tante nei limiti delle nostre competenze e del nostro mandato. Le perdite sopportate dai risparmiatori nei casi in cui non è stato possibile risolvere altrimenti le crisi sono state diffuse e dolorose". Ma soprattutto il governatore di Bankitalia smentisce le dichiarazioni di Vincenzo Consoli, ex ad Veneto Banca, che venerdì in Commissione banche aveva parlato di un colloquio telefonico tra Bankitalia e il presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, per parlare dell'ipotesi di fusione con Veneto Banca. Parlando in audizione alla Commissione d'inchiesta, Visco ha detto: "Incontrai in Banca d'Italia Zonin per 5 minuti e raccomandai equilibrio e interventi paritari". E sottolinea l'imparzialità di Bankitalia: "Aggiungo in modo chiaro che la Banca d'Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza. Mai".

"Nessuna pressione e indicazione, abbiamo solo recepito l'interesse" di Popolare di Vicenza per Banca Etruria, ha spiegato Visco, "Io ho appreso dell'interesse di Vicenza su Etruria ad aprile 2014", e poi ha aggiunto: "Non abbiamo sollecitato un intervento".

"Si è adombrato il sospetto che la presenza di ex dipendenti della Banca d'Italia tra il personale delle banche abbia influito negativamente sull'accuratezza del lavoro della Vigilanza. Voglio ricordare" – ha detto il governatore di Bankitalia – "che i nostri ispettori svolgono la propria attività nella veste di pubblici ufficiali e che in oltre 120 anni di storia della Banca d'Italia non ci risulta vi sia mai stato un ispettore che nell'esercizio della propria funzione si sia reso colpevole di omessa vigilanza, o sia stato condannato per corruzione o concussione".

L'udienza più attesa è quella di domani, quando verrà finalmente sentito Ghizzoni, a cui verrà chiesto se ci sono stati contatti con l'allora ministro Boschi, come aveva riferito il giornalista Ferruccio De Bortoli nel suo libro "Poteri Forti (o quasi)".

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