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Violenza e registrazioni choc, l’inferno in cella di Rachid (VIDEO)

La storia di Rachid Assarag, tra violenza e registrazioni inquietanti in carcere: per l’ultimo episodio ha denunciato danni a un occhio a causa di un pestaggio da parte degli agenti. Ma ha denunciato già a Parma con delle registrazioni sconvolgenti. E anche nel carcere di Prato ci sarebbero delle prove.
A cura di Gaia Bozza
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Non vede da un occhio, che è gonfio e tumefatto, Rachid Assarag, quando chiama la moglie Emanuela D'Arcangeli per denunciare un evento, come ormai fa da troppo tempo. E le ha detto più o meno così: “Chiama l'avvocato, il garante… Mi hanno pestato, non mi hanno portato al pronto soccorso e io vedo offuscato da un occhio. Un agente è venuto in cella per portarmi in infermeria e mi ha detto: ‘Andiamo, maleducato'. E' iniziata una discussione". L'agente avrebbe aggiunto: "Se non ci fossero le telecamere, ti farei vedere io". Poi avrebbero portato Assarag in isolamento: "E mi hanno massacrato", ha spiegato al telefono con la moglie. Confuso e spaventato, riesce a dire solo poche cose dal telefono del carcere di Sollicciano, dove era detenuto fino a pochi giorni fa. La moglie denuncia tutto ai carabinieri, è martedì 29 dicembre 2014 e l'episodio è avvenuto il giorno prima. Il garante dei detenuti di Firenze Eros Cruccolini e i Radicali, durante la visita ispettiva, lo trovano su una sedia a rotelle, disorientato e con il volto tumefatto. Dopo un incontro con la direttrice del carcere, qualche giorno fa, Rachid è stato trasferito di nuovo, questa volta a Volterra.
Ma la detenzione di Rachid è una storia intessuta di violenza. È stato arrestato nel 2008: da allora è stato trasferito in otto carceri diverse, racconta la moglie. E in tre di queste carceri vi sono denunce di pestaggi. In due casi con controdenuncia degli agenti. Ma c'è un particolare: Rachid Assarag ha registrato in parte ciò che proverebbe le violenze subite. Nel carcere di Parma, la moglie si è decisa e a un certo punto, racconta, “gli ho dato due registratori”. Le registrazioni, disponibili sul blog che Emanuela ha aperto,  delineano un quadro raccapricciante della vita in carcere, fatto di botte, derisione, sudditanza, abuso di psicofarmaci, trascuratezza, assenza di vita sociale, sanità scadente. Una violenza che si perpetuerebbe attraverso le botte ma anche attraverso i comportamenti quotidiani degli agenti e di altro personale dell'istituto di pena, stando a quanto emerge dalle registrazioni e in base alle denunce presentate. Ci sarebbero violenza, omertà di chi sa e non parla o non può parlare perché "è così che funziona", oppure perché "mi fanno il culo". Le registrazioni sono ora in mano alla magistratura che dovrà fare chiarezza, nell'inchiesta che vede coinvolti Rachid e gli agenti: l'udienza preliminare per i fatti del carcere Parma, per i quali gli agenti accusano Rachid Assarag e nella quale dovrebbero essere usate le registrazioni, è stata rimandata al 2016. Mentre non si hanno novità sul fronte della denuncia presentata da Assarag nei confronti degli agenti.
Non solo a Parma. Anche nel carcere di Prato Rachid avrebbe documentato un sistema perverso, di botte e violenza. Ci sarebbero le prove anche qui: “Lui è stato picchiato anche a Prato”, ammette a un certo punto Emanuela. E l'agente che lo avrebbe aggredito più volte sarebbe sempre lo stesso.
Dal racconto della moglie emerge una vita d'inferno dietro le sbarre, insomma; e non è tutto: “Lui le ha prese anche in  altre carceri, ma non abbiamo denunciato perché  il precedente avvocato ci aveva sconsigliato di farlo. Pochi hanno il coraggio di denunciare la polizia”. Ci vuole coraggio, in Italia, per denunciare certi abusi. Rachid ora è assistito dall'avvocato Fabio Anselmo, che si è occupato dei casi Cucchi, Aldrovandi, Magherini, a lui si sono rivolti tanti altri familiari di “caduti dalle scale”, e  hanno denunciato abusi da parte della polizia. Ma perché Rachid denuncia con questa modalità? “Lui vuole documentare ciò che gli accade, questa è stata l'esigenza che ci ha spinti a far entrare i registratori”, risponde Emanuela. Nell'intervista che fa ai nostri microfoni, la giovane moglie di Assarag spiega ampiamente questo percorso di sofferenza e denuncia.
Il problema principale per Rachid è essere curato e che non accadano più episodi del genere; solo dopo diversi giorni, grazie alle sollecitazioni del garante Eros Cruccolini, è stato portato in ospedale. Anche il diritto alla salute, dietro le sbarre, diventa promessa o concessione.  E fino a qualche giorno fa giaceva sulla sedia a rotelle con un ginocchio gonfio e dolorante. L'uomo non è stato portato nemmeno al pronto soccorso. Ma c'è traccia di quanto accaduto tra l'uomo e gli agenti, almeno? Un resoconto, un rapporto? Cosa c'è scritto nei referti? E' quello che appurerà nei prossimi giorni il garante dei detenuti di Firenze Eros Cruccolini, in una vicenda ancora tutta da chiarire. “E' il secondo episodio in pochi mesi – spiega a Fanpage.it – Rachid non è il solo ad aver denunciato di essere stato pestato. E' un fatto gravissimo, ne chiederò conto alla direzione del carcere”.

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