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Vicenza, messaggini e bacetti sulla bocca: maestra indagata per molestie su bimbo di 10 anni

A far partire le indagini sono stati i genitori del piccolo dopo aver scoperto degli strani messaggi di affetto sul suo cellulare inviati dalla docente. Il piccolo ha parlato anche di bacetti ma la donna di 41 anni rigetta ogni accusa e parla di semplici gesti di affetto nei confronti del minore suo allievo in quinta elementare.
A cura di Antonio Palma
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Prima dei messaggini nei quali usava chiamarlo "amore mio", poi dei bacetti sulle labbra dell'alunno di soli dieci anni per salutarlo o complimentarsi con lui. Per questi episodi la maestra di una scuola elementare del Vicentino è finita nei guai con la giustizia e ora risulta indagata in un delicato fascicolo di inchiesta aperto a suo carico dalla procura di Vicenza. Al momento l'ipotesi di reato ipotizzando dai pm veneti è grave visto che alla donna viene contestato il reato di violenza sessuale su minorenne seppur nella forma più lieve delle molestie sessuali. Come riporta  il Corriere del veneto, la diretta interessata, già ascoltata dagli inquirenti, dal suo canto rigetta ogni accusa e parla di semplici gesti di affetto nei confronti del minore suo ex alunno. Il bambino infatti intanto ha cambiato scuola visto che si è iscritto alle scuole medie ma l'inchiesta prosegue.

A far partire le indagini sono stati i genitori del piccolo quando il minore frequentava la quinta elementare e cioè lo scorso anno scolastico. Tutto sarebbe partito dalla scoperta di alcuni messaggi di testo scoperti sul cellulare del minore dalla madre e dal padre. In questi messaggini la maestra 41enne lo chiamava sempre "Amore mio" usando toni molto affettuosi. Interpellato, il piccolo avrebbe riferito che l'insegnante era solita anche baciarlo sulle labbra o comunque nei pressi della bocca. Rivelazioni che hanno subito insospettito i familiari che quindi si sono rivolti ai carabinieri. I genitori avrebbero raccontato tutto ai militari mostrando anche i messaggi della maestra sul cellulare del figlio e facendo così scattare l'inchiesta. Ascoltato in forma protetta, il piccolo avrebbe confermato i bacetti della maestra ammettendo però che la donna non è andata oltre. Il caso è ancora al vaglio della magistratura per accertare se costituisce reato.

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