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Venti ex deputati ricorrono contro il taglio ai vitalizi: “Diritto acquisito, non si tocca”

Venti ex parlamentari, capitanati dall’avvocato ed ex onorevole del Pdl Maurizio Paniz, si oppongono al contributo di solidarietà sui vitalizi d’oro, approvato su proposta del PD, dal consiglio di presidenza di Montecitorio lo scorso 22 marzo.
A cura di Charlotte Matteini
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Venti ex deputati di ogni fazione politica, onorevoli del Movimento 5 Stelle esclusi, hanno preparato un ricorso contro il taglio ai cosiddetti vitalizi parlamentari. La misura è stata predisposta dalla presidenza di Montecitorio e prevede il pagamento di un contributo di solidarietà da parte di tutti gli onorevoli che percepiscono assegni superiori ai 70mila euro annui: il 10 per cento di riduzione sulla parte eccedente per i vitalizi fra 70mila e 80mila euro lordi l'anno, il 20% per quelli fino a 90mila, il 30 %per quelli fino a 100mila, il 40% per quelli superiori a 100mila. Alcuni deputati con alle spalle più legislature, però, non ci stanno e per questo motivo hanno deciso di predisporre un ricorso al consiglio di giurisdizione della Camera per bloccare il provvedimento. Il ricorso è stato annunciato dall'avvocato ed ex parlamentare del Popolo delle Libertà Maurizio Paniz: “I nomi dei ricorrenti? Non li dico neanche sotto tortura. Sono esponenti politici di partiti diversi: ci sono quasi tutti”, ha spiegato l'ex onorevole a chi chiedeva lumi.

Il taglio dei vitalizi è stato promosso dal Partito Democratico, approvato dal consiglio di presidenza lo scorso 22 marzo. Durante quella seduta ci fu un accesissimo scontro con i parlamentari del Movimento 5 Stelle, favorevoli al taglio in sé, ma contrari alla contributo di solidarietà per le sole pensioni d'oro. I pentastellati, infatti, avevano presentato una proposta di delibera che mirava a riformare totalmente le pensioni parlamentari, delibera che però è stata bocciata dall'ufficio di presidenza. Rispetto ai nuovi eletti, che maturano il diritto alla pensione parlamentare da circa 900 euro mensili qualora la legislatura raggiunga una durata minima pari a 4 anni, 6 mesi e un giorno grazie alla riforma contributiva varata negli anni del governo Monti, i vecchi vitalizi sono decisamente più cospicui e vantaggiosi, nonché calcolati con il sistema retributivo. E i parlamentari della vecchia guardia, con oltre una legislatura alle spalle, sembrano non avere alcuna intenzione di rinunciare alla prerogativa acquisita in virtù della vecchia normativa.

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