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Unioni civili, ddl supera primo voto: Senato respinge richiesta di non passaggio articoli

Oggi sono cominciate le votazioni del ddl Cirinnà in materia di unioni civili. Si riprenderà martedì 16 febbraio, e si andrà avanti a oltranza per tutta la settimana.
A cura di Redazione
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ORE 20:00 – La conferenza dei capigruppo – richiesta dal dem Lugi Zanda – ha stabilito che il voto sugli emendamenti al ddl Cirinnà slitterà a martedì 16 febbraio e andrà avanti a oltranza tutta la settimana, senza termine finale prefissato e senza contingentamento dei tempi. Se non si riuscirà a concludere, il voto potrebbe proseguire anche martedì 23 febbraio.

ORE 18:30 – Con 101 voti a favore, 195 contrati e un astenuto il Senato ha respinto la richiesta di non passaggio agli articoli sul disegno di legge sulle unioni civili, proposta dai senatori Roberto Calderoli (Lega Nord), Gaetano Quagliariello (Idea) e firmata in tutto da un'altra settantina senatori. Il ddl Cirinnà supera quindi il suo primo voto in Aula.

ORE 17:30 – Il presidente del Senato Pietro Grasso ha negato il voto segreto sulla richiesta di non passare all'esame degli articoli del ddl Cirinnà sulle unioni civili. L'istanza – firmata da 73 senatori – era stata presentata dal leghista Roberto Calderoli. Grasso ha motivato la sua decisione dichiarando che la regolamentazione "rientra non tanto nella sfera di applicazione degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione" quanto "nell'ambito di applicazione dell'articolo 2 della Costituzione, in base al quale la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità". La richiesta di non passaggio agli articoli sarà quindi messa ai voti, ma a scrutinio palese. Le parole del presidente del Senato hanno provocato polemiche e proteste. Per Calderoli si è trattato di una "scelta politica che lei ha preso in solitaria": "Lei ha deciso che questo matrimonio s'ha da fare", ha commentato citando Manzoni. A insorgere è stato anche il senatore Carlo Giovanardi, con un duro intervento cui Grasso ha riposto: "Le sue offese sono una medaglia".

ORE 16:40 – In apertura della seduta è intervenuto in Aula il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha dichiarato che l'esecutivo "non farà una vera e propria replica, anche perché nel governo e nella maggioranza che lo sostiene ci sono posizioni diverse su un tema sensibile e delicato, che chiama in causa le coscienze individuali". Il guardasigilli si è augurato che il confronto prosegua tenendo presente la rilevanza del tema che "incide nella dimensione intima della vita umana". Il governo, ha dichiarato Orlando "non esprimerà una valutazione politica sugli emendamenti presentati alla discussione, se non non una tecnica su alcuni quando palesemente non conformi alla giurisprudenza europea e costituazionale", rimettendosi per gli altri alla valutazione dell'Aula. "Questa normativa – ha aggiunto – quale che sia la valutazione che questo ramo del parlamento darà sui singoli punti" risponde all'esigenza di "colmare una lacuna normativa segnalata da più soggetti della giurisdizione e indicata da pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo. L'auspicio è che questo importante lavoro sia portato avanti".

ORE 15:00 – A quanto si apprende dopo la riunione del gruppo parlamentare del Partito Democratico, l'intenzione è quella di lasciare libertà di coscienza solo su 3 emendamenti: quelli dei senatori Lepri (che propone l’affido rafforzato invece dell’adozione), Guerra (che invece estende la possibilità completa di adozione ai contraenti l’unione civile) e Mattesini (che estende a tutti la possibilità di adottare un minore fino al sesto grado di parentela).

Nella giornata di ieri il Senato della Repubblica ha concluso la discussione generale sul disegno di legge in materia di unioni civili che porta la firma della senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà. L’esame del provvedimento riprenderà nella giornata di oggi, nella seduta pomeridiana (la mattinata sarà dedicata alla celebrazione del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano – dalmati). In Aula interverrà il ministro della giustizia Andrea Orlando per la replica di rito; questa mattina, con una intervista a Repubblica, il ministro ha ribadito la necessità di procedere all’approvazione di una legge, “come più volte ci ha ricordato la Corte di Strasburgo e come ormai credo sia condiviso da quasi tutte le forze politiche, comprese quelle contrarie a questo ddl” e si è detto favorevole alla stepchild adoption, senza la quale “ci sarebbe una lacuna normativa difficilmente comprensibile che costringerebbe la magistratura a colmare il vuoto, salvo poi assistere alla giaculatorie di quelli che denunciano un'invasione di campo della magistratura stessa”.

A seguire, l’Aula comincerà a votare gli emendamenti all’articolo 1 del provvedimento: le operazioni dovrebbero cominciare intorno alle 16:30 e terminare verso le 20. Gli articoli più controversi (il 3 e il 5) saranno affrontati nei prossimi giorni, ma la giornata di oggi potrebbe risultare comunque decisiva, non soltanto perché si capirà da subito di quale margine di sicurezza dispone la maggioranza sul testo del ddl Cirinnà. Alle 13 è infatti in programma una riunione di gruppo dei senatori democratici, durante la quale sarà chiaro su quanti e quali emendamenti il Partito Democratico lascerà libertà di coscienza. Una assemblea che si annuncia decisiva, considerando che su almeno 50 emendamenti potrebbe essere richiesto il voto segreto e tenendo conto delle intenzioni di voto espresse dagli altri gruppi parlamentari.

Va sottolineato poi, che c’è già una richiesta di voto segreto su un emendamento chiave, appoggiata da ben 73 senatori: si tratta della proposta di modifica che porta la firma dei senatori Quagliariello e Calderoli e che, se approvata, determinerebbe un ritorno in Commissione dell’intero provvedimento, con un notevole allungamento dei tempi e il rischio concreto di uno stravolgimento del disegno di legge. Resta invece solo sulla carta la possibilità che la maggioranza ricorra a un maxiemendamento interamente sostitutivo del testo, in modo da “cangurare” gli emendamenti e blindare il disegno di legge.

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