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Una legge per la tutela degli orfani di femminicidio

In un’intervista concessa a Fanpage.it, l’onorevole Mara Carfagna racconta la sua battaglia per l’approvazione di una legge per la tutela dei 1628 bambini e ragazzi rimasti orfani in seguito a crimini violenti commessi in famiglia e femminicidi.
A cura di Charlotte Matteini
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UPDATE 2/3/2017 – Nella serata di ieri la Camera dei deputati ha dato il via libera unanime alle disposizioni in favore degli orfani di crimini domestici. Il testo è stato approvato con 376 sì e nessun contrario; ora passerà all'esame del Senato.

Di femminicidio si parla molto spesso in Italia, complice la presenza di vari episodi di cronaca. Ma nei casi di femminicidio le vittime molto spesso non sono solo le donne uccise per mano dei propri mariti o dei propri compagni, ma anche i figli della coppia che a causa dell'omicidio di fatto rimangono privi dei genitori, divenendo di fatto orfani, senza più una mamma e senza materialmente nemmeno più il padre autore del femminicidio, in carcere a scontare la condanna. Questi orfani cosiddetti "speciali", però, nonostante anch'essi possano essere considerate vittime collaterali dell'omicidio a tutti gli effetti, non sono al momento in alcuna maniera tutelati dallo Stato. A questo proposito, nel febbraio del 2016 l'onorevole di Forza Italia Mara Carfagna ha presentato una proposta di legge volta proprio a colmare questo vuoto legislativo, una proposta che però ha avuto un iter estremamente travagliato e complesso. Dal Febbraio 2016, infatti, la proposta di legge presentata dall'onorevole Carfagna non è mai stata calendarizzata in commissione Affari sociali. A causa di questo intoppo, pur di farla procedere in tempi ragionevoli, la pdl è stata sostanzialmente smembrata e i vari articoli proposti sotto forma di emendamento, prima alla legge di stabilità – rifiutati – e in seguito a un'altra proposta di legge giacente in commissione Giustizia, dove sono stati finalmente ammessi e approvati.

"Siamo stati tenaci, perché è una battaglia di civiltà. Non ci siamo mai arresi, abbiamo percorso varie strade, presentando anche emendamenti alle Legge di bilancio per il 2017, che però non sono stati accolti. Quello che ci rammarica di  più è che se si fosse andati più spediti, o se le nostre proposte fossero entrate in legge di bilancio a quest’ora le tutele per gli orfani speciali sarebbero già attive. Ora ci auguriamo che l’iter della pdl sarà decisamente più veloce, sia alla Camera, dove la proposta è attesa a breve,  che poi al Senato", spiega l'onorevole Carfagna a Fanpage.it, augurandosi che la proposta di legge venga approvata al più presto.

Attualmente, infatti, a causa di questa sorta di vuoto legislativo, gli oltre 1600 orfani speciali non godono di alcuna tutela da parte dello Stato. Vittime due volte, la prima perché malauguratamente si ritrovano senza più la propria madre e il proprio padre, la seconda perché devono trovare da soli un modo per sbarcare il lunario e andare avanti con la propria vita, indipendentemente dall'età e dalle possibilità economiche. "Gli orfani speciali al momento non hanno alcuna tutela. Sono considerati come le vittime secondarie di un crimine, anzi diciamolo di quella che è una vera piaga della nostra società. Sono doppiamente orfani, perché vedono un genitore morire per mano dell’altro, perdono contemporaneamente entrambe le figure di riferimento, spessissimo assistono alle violenze, se non all’omicidio stesso. Lo Stato deve occuparsi di loro, se vuole essere degno di questo nome", sostiene l'onorevole Carfagna, sottolineando quindi la necessità di un provvedimento legislativo che vada a colmare questa discriminazione nei confronti di queste vittime collaterali del femminicidio.

La proposta di legge dell'ex ministro Carfagna, successivamente sottoposta in commissione Giustizia sotto forma di emendamenti, mira a fornire a tutti i bambini e ragazzi rimasti orfani di genitori a causa di violenti crimini domestici l'adeguata assistenza psicologica, farmaceutica e sanitaria nonché l'erogazione di contributi economici volti al sostentamento dei costi relativi all'istruzione del minore o del maggiorenne non economicamente autosufficiente. Rispetto alla originaria proposta di legge depositata in commissione Affari sociali, non viene però istituito un vero e proprio fondo dedicato solamente agli orfani speciali, ma si andrà a incrementare il già esistente fondo per le vittime di mafia con le risorse necessarie a garantire adeguata assistenza agli attuali 1628 orfani di crimini violenti.

"Non viene istituito un fondo dedicato, come avevamo indicato nella nostra proposta di legge originaria, ma viene incrementato di 2 milioni di euro all’anno il fondo vittime di mafia, che sarà esteso (anche nel nome) ai figli di vittime di crimini domestici", spiega l'onorevole Carfagna, sottolineando che "attraverso questo stanziamento, lo Stato si farà garante del recupero di questi bambini e ragazzi, fornendo loro assistenza psicologica, medica, sanitaria. Avranno accesso a delle borse di studio ed il loro futuro professionale sarà sostenuto con percorsi di orientamento e formazione. Sarà garantito loro il gratuito patrocinio e si introdurrà l’indegnità alla successione per il genitore omicida, che dunque verrà escluso dall’asse ereditario. Ma soprattutto, c’è l’impegno a garantire la continuità affettiva e a monitorare la crescita dei bambini, in mondo che questa avvenga in un ambiente protetto".

Per quanto riguarda il femminicidio, secondo lei il quadro normativo attuale è efficace oppure avrebbe bisogno di qualche modifica a livello di pene previste o di azioni per la prevenzione di questo tipo di crimini?

"La legislazione italiana in materia è di alto livello, anche se va sempre monitorata ed in caso migliorata, e gli strumenti che mette a disposizione andrebbero utilizzati tutti. Sono una garantista convinta, ma in determinati casi di violenza di genere o di stalking ricorrere alla carcerazione preventiva può salvare una vita. Quando si parla di femminicidio non si può mai abbassare la guardia, non si può mai pensare di aver fatto tutto il possibile e mi rammarica molto dover constatare che negli ultimi anni, quelli dei governi di Letta e Renzi,  il contrasto alla violenza di genere non è stato visto come una priorità. Sono stati stanziati pochissimi fondi,  con la conseguenza che molti centri antiviolenza e case rifugio hanno dovuto chiudere o ridurre le prestazioni offerte. Un errore enorme. I presidi sul territorio svolgono un lavoro preziosissimo. Sono un avamposto importante, proteggono le vittime, assicurano assistenza legale e psicologica, rappresentano un luogo all'interno del quale le donne, spesso con figli piccoli, pian piano riacquistano fiducia in se stesse e trovano la forza necessaria per guardare al futuro con speranza".

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