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Trovata a pezzi sotto un cavalcavia: a un anno nessuna verità sulla morte di Giulia

Giulia di Sabatino è stata trovata letteralmente fatta a pezzi sotto un cavalcavia della A 14, a pochi chilometri da Tortoreto, il 1° settembre 2015. La ragazza, che compiva gli anni quel giorno, potrebbe essere stata scaraventata giù da una misteriosa mano. A un anno di distanza le indagini sono in stallo.
A cura di Angela Marino
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La notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2015 alcuni automobilisti in transito sulla A 14 fanno fanno un agghiacciante ritrovamento. Nel tratto tra Val Vibrata e Giulia Nova, sull’asse viario che attraversa l'Abruzzo, ci sono dei resti umani. È il corpo fatto a pezzi di una ragazza.

La scomparsa di Giulia di Sabatino

La sera prima una giovane di 19 anni è uscita dal ristorante in cui lavorava e ha ritirato l’ultimo stipendio, un piccolo gruzzolo messo da parte con sacrificio per partire per Londra e cominciare una nuova vita. Giulia di Sabatino, questo il nome della ragazza, è rientrata nella sua casa di Tortoreto (Teramo), si è cambiata, truccata, ha lasciato il cellulare e i soldi e poi è uscita senza avvertire i genitori. La valigia era già pronta. Poche ore dopo avrebbe festeggiato il 19esimo compleanno con i suoi e sarebbe volata verso una nuova vita. Nelle ore successive alla sua uscita, però, a Giulia accede qualcosa di brutto. Poche ore più tardi i genitori si troveranno a dover riconoscere le sue scarpette da ginnastica e i suoi resti.

Le indagini

La dinamica della morte, a un primo esame, sembra chiarissima. Giulia è precipitata dal cavalcavia e poi le auto le sono passate sopra dilaniandola quando era già morta. La prima ipotesi è quella del suicidio, ma qualcosa non torna: perché mai una ragazza di 19 anni, bella, piena di vita e impegnata in un progetto per il futuro avrebbe dovuto uccidersi? La Procura apre immediatamente una inchiesta per istigazione al suicidio contro ignoti. Alla trasmissione “Chi l’ha visto?” viene lanciato un appello agli automobilisti che hanno attraversato la strada. Forse qualcuno ha visto, qualcuno sa e Meri Koci, la madre di Giulia, non ha dubbi: sua figlia è uccisa. Le ultime ore di vita della ragazza vengono scandagliate. Come ricostruito dagli inquirenti, Giulia rimane a casa pochi minuti esce senza avvertire i genitori, va via a piedi fino alle mura di Tortoreto. Poi c’è il buio. Cosa ha fatto nelle ore successive? Come è arrivata, senza patente e senza mezzi, su quel cavalcavia a 8 chilometri da casa? A rischiarare il buio, però, arriva un messaggio. Sulla pagina Facebook di Giulia un uomo le scrive un breve saluto: “è stato un piacere darti un passaggio, buonanotte fiorellino”.

L'uomo della Panda rossa

Le forze dell'ordine rintracciano il misterioso sconosciuto. Il 41enne, che viene iscritto nel registro degli indagati, racconta di aver incontrato la ragazza lungo la strada che da Tortoreto porta al Salinello e di averle dato un passaggio vicino al bowling. Altri testimoni riferiscono di aver visto Giulia mentre veniva strattonata per un braccio da un uomo a bordo in una Fiat Panda di colore rosso. Per molti mesi, nonostante l’appello a fornire la propria testimonianza, l’automobilista non si presenta. Intanto sugli slip di Giulia viene rilevata la traccia di un Dna maschile. La giovane ha avuto rapporti sessuali prima della morte e il liquido seminale sugli indumeti fornisce l’identità dell’uomo che è stato con lei. A quel punto, quattro mesi dopo l’appello, il misterioso automobilista della Panda si fa vivo. È un ragazzo di 25 anni, dice di aver conosciuto Giulia quella sera e di essersi diretto con lei a casa sua. Lì i due ragazzi avrebbero avuto un rapporto non protetto dopodiché il 25enne – a suo dire – avrebbe riaccompagnato la ragazza al cavalcavia, su sua richiesta. Un luogo insolito per una 19enne sola. Anche il giovane viene indagato. Gli inquirenti indagano anche su un altro elemento: all'indomani della morte, sul telefono di Giulia arriva un messaggio: “Ciao io vado a lavorare – scrive il ragazzo  – questo è il mio telefono, sentiamoci”. Ma Giulia non ricordava il suo numero ed era improbabile, secondo la famiglia, che potesso darlo a uno sconosciuto.

In un video la chiave del giallo

Se l'ipotesi che qualcuno abbia fatto del male a Giulia è attendibile, qual è il movente? Giulia aveva dei nemici? È Meri, la madre della ragazza, a ricordare uno sconcertante episodio a cui aveva assistito settimane prima. La donna aveva visto sua figlia rientrare con tagli sul volto e sul collo. Giulia si era rifiutata in ogni modo di denunciare la violenza e si era fatta medicare in ospedale. Alla madre non aveva voluto rivelare l'identità dei suoi aggressori, anzi, l'aveva pregata di non denunciare, lasciando intendere che si trattava di persone vicine. Chi stava proteggendo? Si trattava forse di un fidanzato geloso? Di amici violenti? Bulli? Meri riferisce anche che la figlia in una occasione era tornata a casa con bruciature di sigaretta tra le dita. Secondo la donna, che ha rivelato in diretta durante la trasmissione "Chi l'ha visto?" delle sevizie, esisterebbe un video che mostra scene di violenza di cui sarebbe stata vittima Giulia. "Presto, forse, ne sarò in possesso", ha detto alla conduttrice del programma televisivo. Delle immagini di cui parla la donna non si sono avute più notizie e, ad un anno dalla morte, la vicenda resta ancora un giallo insoluto.

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