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Uccisa e data in pasto ai maiali dal marito, dopo 20 anni il caso risolto grazie al DNA

Virginia Mihai, 40 anni, era una delle due moglie scomparse di Valerio Sperotto, allevatore di maiali deceduto nel 2011. Oggi un frammento di un’unghia ritrovato in due capannoni a Velo d’Astico, che si è accertato appartenere proprio alla donna ha confermato quello che per anni è stato solo un terribile sospetto. Virginia è stata uccisa dal marito e gettata in pasto ai maiali. Stessa sorte potrebbe essere quella della prima moglie, Elena Zecchinato, scomparsa nell’88.
A cura di Angela Marino
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Uccisa dal marito e gettata in pasto ai maiali in un porcile. È l'angosciante fine di Virginia Mihai, per trent'anni creduta una persona scomparsa e oggi, grazie alla tenacia della Procura, riconosciuta vittima di omicidio attraverso un frammento di unghia grande 2 centimetri, ritrovato nella porcilaia dove il marito allevatore, Valerio Sperotto, teneva i suoi maiali. Una storia agghiacciante, che ha come scenario la campagna di Velo d’Astico, nel Vicentino e che ha visto la soluzione solo grazie a una segnalazione anonima. Sperotto, deceduto nel 2011 e professatosi sempre innocente, non potrà essere processato per l'omicidio di sua moglie, ma la famiglia di Virginia, sospesa nel limbo dell'ignoto per 20 anni potrà finalmente darsi pace.

Le due mogli scomparse

Il ritrovamento, inoltre, potrebbe aprire nuovi scenari anche sulla scomparsa di Elena Zecchinato, detta Ivette, la prima moglie di Sperotto, scomparsa nel 1988 e mai più ritrovata. Anche lei, verosimilmente, potrebbe essere stata vittima della ferocia del marito. Le nuove indagini risalgono a un anno fa e hanno visto impegnata una equipe di archeologi forensi che ha passato al setaccio i duecento metri quadri che furono l'allevamento di Sperotto. Le speranze di trovare una traccia, dopo 20 dalla scomparsa di Virginia e 30 da quella di Ivette, erano quasi le stesse di trovare un ago nel pagliaio. Numerosi frammenti ossei, in seguito rivelatisi essere pezzi di ossa animali, sono stati ritrovati e analizzati.

La nuova indagine

Ogni lembo di terra ha restituito tracce di vario tipo che hanno richiesto un lavoro lungo e certosino da parte degli scienziati forensi e dei carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza e della compagnia di Schio, che li hanno coadiuvati, poi dopo due anni la svolta: il ritrovamento di un frammento dell'unghia di un alluce che da solo, è bastato per il confronto del DNA. Da anni su Valerio Sperotto pendeva l'inquietante sospetto che avesse ucciso sia la prima, sia la seconda moglie, e che si fosse disfatto dei corpi facendo ricorso alla voracità dei maiali del suo porcile. Un sospetto terribile che aveva creato intorno alla storia, che sembra uscita dalla saga di Hannibal Lecter, un alone di macabra leggenda e che si è rivelato purtroppo cruda verità.

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