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Torino, ragazzo sgozzato mentre va al lavoro. L’identikit del killer: rasta con giaccone bianco

Dopo aver esaminato le immagini delle telecamere della zona i carabinieri hanno diffuso l’identikit del presunto assassino di Stefano Leo, 34enne ucciso con una coltellata alla gola ieri mattina mentre andava al lavoro. Si cerca un uomo con capelli rasta e un giaccone bianco con scritte rosse.
A cura di Davide Falcioni
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Un ragazzo con i capelli rasta e una giacca con una scritta rossa davanti. E' la descrizione, ancora sommaria, del presunto assassino di Stefano Leo, trentaquattrenne ferito a morte ieri mattina a Torino mentre si recava al lavoro percorrendo il Lungo Po Machiavelli, nel quartiere Vanchiglia. I carabinieri hanno realizzato l'identikit del sospetto dopo aver minuziosamente esaminato le immagini delle telecamere della zona, e dopo aver anche raccolto la testimonianza di un passante che ha raccontato ai militari di avere visto scappare un uomo dai capelli lunghi – e apparentemente acconciati alla maniera rasta – con un giubbotto bianco con scritte rosse.

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Stefano Leo, 34 anni, è stato colpito da un fendente mortale alla gola ieri mattina mentre percorreva Lungo Po Machiavelli, un elegante viale alberato lungo le sponde del fiume. Malgrado la profondissima ferita il giovane è riuscito a salire sulla scalinata e avvicinarsi alla strada, nel tentatici di farsi vedere e soccorrere da qualche automobilista, ma prima che ciò accadesse si è accasciato a terra ed è morto: i soccorsi, arrivati poco dopo, si sono rivelati del tutto inutili.

Dopo aver individuato il possibile assassino, sulle cui tracce sono ora carabinieri e polizia, sarà necessario capire perché Stefano sia stato ucciso. Originario di Biella, il 34enne aveva studiato giurisprudenza a Milano e ora lavorava come commesso in un negozio di via Roma. "Il diritto lo annoiava – racconta un'amica all'Ansa – Lui amava le lingue e le diverse culture. Voleva conoscere il mondo". Dopo aver viaggiato in Cina, Giappone e Australia era tornato a Torino a vivere con l'amico Sebastiano. "Non ha mai avuto un problema con la giustizia, non ha mai fatto nulla contro la legge – spiega – Non era nemmeno un tipo irascibile. Al contrario, era tranquillo e non litigava mai con nessuno. Era metodico: ogni mattina usciva per andare a lavorare e faceva una passeggiata in lungo Po Machiavelli. Raggiungeva piazza Vittorio e poi percorreva il centro. L'avrà fatto anche oggi, penso, ma qualcuno l'ha ucciso".

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