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Venezia dentro una tazzina: perché in città si beve il caffè fatto con l’acqua dei canali

Perché a Venezia ora il caffè si fa con l’acqua dei canali? Il progetto ha a che fare con la Biennale ed è una riflessione sulle sfide ambientali contemporanee.
A cura di Giusy Dente
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Ricordate quando durante le Olimpiadi di Parigi, pochi mesi fa, il commentatore Luca Sacchi fece un paragone tra il colore delle acque della Senna e il caffè solubile che veniva servito in sala stampa? "Un caffè che fa pendant col colore della Senna" disse. Il riferimento era alle preoccupazioni che circolavano in merito alla balneazione nel fiume parigino, che ha creato qualche problema agli atleti che vi hanno nuotato. Ora il nuovo accostamento caffè-corsi d'acqua arriva dritto da Venezia e non è affatto una battuta: lì stanno davvero preparando la bevanda prelevando acqua dai canali. Il progetto ha a che fare con la Biennale.

Come si prepara il nuovo caffè a Venezia

Sta per tornare la Biennale Architettura di Venezia, kermesse giunta alla sua 19esima edizione e in programma dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Grande attenzione verrà data al tema della sostenibilità, con un occhio alle sfide climatiche contemporanee e alla veloce ascesa di nuovi strumenti come l'intelligenza artificiale. Un filone della Biennale è poi dedicato alla viabilità e alla mobilità acquatica della città, unica in tutto il mondo per la sua struttura e la sua costruzione sull'acqua. Affrontare questi argomenti in chiave artistica significa farlo anche in modo inusuale, creativo, fuori dal comune. Rientra perfettamente in questo quadro il progetto di depurazione dei canali per realizzare la tazzina perfetta di caffè, quella rappresentativa della città perché appunto fatta con ciò che maggiormente la caratterizza nel mondo.

srny.com
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Il progetto si chiama Canal Café ed è un lavoro interdisciplinare che vede coinvolto lo studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro, l’architetto statunitense Aaron Betsky (già curatore della Biennale Architettura in passato) e le due aziende di riutilizzo delle acque Natural Systems Utilities e Sodai. Nel team anche lo chef Davide Oldani, da sempre sensibile a progetti capaci di unire e intersecare gastronomia e arte in modo inedito. Il render in circolazione mostra che le acque verranno depurate gradualmente utilizzando piante e un sistema di vasi comunicanti, per poi essere trattate tramite osmosi inversa e luce UV, così da eliminare i germi. Così filtrata e purificata l'acqua arriverà dritta al bancone sul retro dell'Arsenale trasformata in tazzine di caffè fumante tutto da gustare. Invece l'acqua purificata non utilizzata servirà per irrigare un'installazione paesaggistica adiacente. Il progetto punta a dimostrare come le grandi sfide ambientali del nostro tempo possano essere affrontate nella quotidianità e integrate nei gesti di tutti i giorni.

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