Perché in Giappone non ci sono bidoni della spazzatura (ed è comunque il Paese più pulito del mondo)

Qual è il segreto del Giappone? Ai turisti che arrivano nel Paese balza subito all'occhio il livello di pulizia delle strade: impossibile trovare anche solo un mozzicone di sigaretta a terra. Si potrebbe pensare che tutti siano abituati a gettare i rifiuti negli appositi cassonetti. E invece no, perché la particolarità (e insieme la stranezza) qui, è che i bidoni della spazzatura non esistono. Può sembrare un controsenso, eppure è proprio così.
Dove sono i bidoni della spazzatura in Giappone?
Perché non ci sono bidoni della spazzatura in Giappone? È una domanda gettonatissima tra i turisti. Il Paese appare sin da subito organizzato, pulito e questo potrebbe far pensare a un sistema di smaltimento di rifiuti impeccabile, nei luoghi pubblici. E invece no! I cassonetti, infatti, sono del tutto assenti dalle strade. Per chi viene da fuori, è strano abituarsi a questa quotidianità. Proprio all'inizio di quest'anno, l'Organizzazione Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO) ha condotto un sondaggio tra i visitatori, chiedendo loro quali difficoltà avessero patito maggiormente durante il viaggio.
La risposta più frequente è stata proprio la mancanza di cestini per la spazzatura (seguita dalla mancanza di persone che parlano inglese e dal sovraffollamento delle attrazioni più famose). Per molti è strano fermarsi a un chioschetto per acquistare del cibo e non poter poi gettare tutto nell'apposito bidone. Di base c'è una differenza culturale non indifferente: chi acquista cibo da strada in Giappone, difficilmente poi lo consuma realmente per strada. Mangiare mentre si cammina è considerato di cattivo gusto: in alcune città è addirittura vietato. È più comune acquistare cibo pronto e poi portare in ufficio o a casa, per consumarlo lì e solo lì gettare i rifiuti nella spazzatura. Al di là del cibo, per i giapponesi è assolutamente normale avere con sé un piccolo sacchetto dove riporre la spazzatura fino al ritorno a casa. Il sacchetto in questione si chiama furoshiki: sono pezzi di stoffa quadrati, venduti anche come souvenir. Servono proprio ad avvolgere e portare con sé la spazzatura finché non si trova un bidone o finché non si rientra a casa oppure in hotel.
Per qualcuno la mancanza di cestini della spazzatura è un tratto affascinante e peculiare della cultura giapponese, ma per altri è un limite. Rubin Verebes ha dichiarato alla CNN: "È esasperante camminare per Tokyo tutto il giorno, accumulando più di 20.000 passi a piedi e non trovare un solo cestino in cui buttare la plastica che avvolge il panino". E lo stesso vale anche per tutti gli altri tipi di rifiuti che si accumulano durante la giornata fuori casa, da tenere con sé fino al rientro.
"I giapponesi apprezzano la pulizia e collaborano come società per promuoverla, con il risultato che il loro Paese è ai primi posti nella classifica dell'ordine e della pulizia" ha dichiarato alla CNN Paul Christie, CEO dell'agenzia di viaggi Walk Japan.
Perché in Giappone non ci sono i cassonetti
Oltre alla questione culturale, c'è anche un'altra motivazione dietro la mancanza di cestini per i rifiuti nei luoghi pubblici. Il 20 marzo 1995, i membri della setta apocalittica Aum Shinrikyo uccisero in un attentato nella metropolitana di Tokyo 14 persone, ferendone oltre 5000. Gli attentatori per sferrare il loro attacco si avvalsero di bustine di plastica contenenti gas sarin (arma chimica di distruzione di massa). Come conseguenza furono rimossi i cestini della spazzatura dalle stazioni della metropolitana e dei treni, in quanto potenziali strumenti dove nascondere ordigni o altri materiali pericolosi. Alcuni ci sono ancora, ma rigorosamente trasparenti, per permettere agli agenti di polizia di vedere facilmente cosa c'è dentro.