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La storia di Rocco, dall’Italia alla Thailandia in cerca della felicità: “Avevo una vita perfetta ma mi sentivo morto”

Quando la sua vita, perfetta agli occhi di tutti, ha cominciato a stargli stretta, Rocco ha trovato il coraggio di sfidare le aspettative e le regole di una vita “giusta”, cercando risposte in Asia. Lì ha trovato se stesso (e l’amore). Ha raccontato questo viaggio di scoperta a Fanpage.it.
A cura di Giusy Dente
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Instagram @viaggiando_in_asia
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Una vita perfetta, almeno in apparenza, che diventa una gabbia dorata: è cominciata così per Rocco. Dopo 10 anni di lavoro nel settore immobiliare, quando tutto intorno a lui sembrava andare per il meglio, si è reso conto che si sentiva come svuotato. La sua vita era perfettamente allineata a quella che ci si sarebbe aspettato da un uomo della sua età e si è trovato davanti a una scelta: accettare quella zona di comfort o squarciare il velo andando incontro a qualcosa di nuovo, di diverso, di misterioso. Dall'altra parte avrebbe potuto incontrare qualsiasi cosa e ha finito col trovare, semplicemente, se stesso. A Fanpage.it ha raccontato proprio il percorso che dall'Italia lo ha portato fino in Oriente: dopo il primo viaggio ne sono seguiti tanti altri. Ha acquisito nuove consapevolezze, ha scoperto nuove cose di sé e ha anche trovato l'amore. La sua compagna è una donna thailandese: insieme raccontano la loro vita di coppia sui social, ricevendo spesso in cambio parole feroci.

Il viaggio di Rocco dall'Italia alla Thailandia

Non ci sono altre parole con cui Rocco descriverebbe la sua vita fino a qualche anno fa: era perfetta e ne è consapevole. Il punto, però, è cosa si intende per vita perfetta, quanta importanza si dà a questa parola. Una vita lineare, quella in cui si seguono tutti gli step che la società si aspetta, prevede la Laurea, un posto di lavoro fisso ben retribuito, poi una vita di coppia con la convivenza, il matrimonio, i figli. Ci hanno insegnato che la felicità sta tutta qui, nel raggiungere uno alla volta questi obiettivi. Ma è davvero così? Per qualcuno sì, certo, ma non può esserlo per tutti. Difatti Rocco si è ritrovato davanti proprio a questa evidenza: quella di avere una vita perfetta, che però non era quella che voleva. "Avevo tutto: una bella casa, moto, macchina, salute e la famiglia vicino. Non per fortuna o privilegi, ma per dieci anni di lavoro intenso: dai 20 ai 30 ho costruito da zero la mia agenzia Giacobbe Immobiliare e finalmente ne raccoglievo i frutti. Sembrava tutto al posto giusto, forse troppo" ha raccontato a Fanpage.it.

Instagram @viaggiando_in_asia
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A quel punto sono subentrate delle nuove esigenze, che non ha potuto nascondere a lungo a se stesso: "È nato da una sensazione tremenda: quella di conoscere già il mio futuro. Iniziavo a detestare la mia zona di comfort, perché mi costringeva a vivere come si deve. Dovevo vestirmi come piaceva alla società, seguire l’agenda invece dei miei desideri. Sapevo già che mi sarei trovato una compagna, una casa, un mutuo, dei figli e poi, lentamente, la routine fino alla fine. Ero giovane, ma mi sentivo già morto dentro. Avevo bisogno di nuovi stimoli, anche se non sapevo ancora dove cercarli". Rocco li ha cercati in Oriente. E lì, assieme a quegli stimoli, ha trovato molto di più, perché ha stravolto letteralmente la sua vita perfetta, tramutandola semplicemente nella vita che voleva.

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All'inizio stare dall'altra parte del mondo non è stato facile: "Ricordo ancora il momento in cui scesi dal taxi a Bangkok: un colpo di colori, rumori, odori. Uno shock bellissimo. In Asia tutto è amplificato: le contraddizioni, le emozioni, la vita. All'inizio è stato disorientante, poi liberatorio. Indimenticabile. Ti insegna subito l'umiltà: capisci che non sei il centro del mondo, e che la tua cultura non è quella giusta ma solo una delle tante". Viaggiare, per lui, si è trasformato in un vero e proprio percorso di crescita, di maturazione: "Viaggiare ti obbliga a guardarti dentro, perché spariscono le distrazioni di sempre. Ho imparato a stare nel silenzio, a rallentare, a perdere tempo senza sentirmi in colpa. Ogni luogo mi ha tolto qualcosa di superfluo e mi ha lasciato qualcosa di autentico". La vita a Roma fatta di orari, scadenze, appuntamenti in agenda, obblighi, rumori ha lasciato il posto a una vita più lenta, dove Rocco ha potuto davvero focalizzarsi sui propri desideri, mettendo da parte le aspettative altrui, ciò che un uomo della sua età avrebbe dovuto fare secondo la società.

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Trovare l'amore dall'altra parte del mondo

Rocco in Thailandia ha conosciuto la donna che è attualmente al suo fianco, che ha stravolto e al tempo stesso completato la sua vita. Si chiama Tui: "L'ho conosciuta negli ultimi giorni della mia prima vacanza in Thailandia, a Kanchanaburi, mentre visitavo la Ferrovia della Morte. Stavo rientrando in hotel con un amico quando, in un piccolo ristorante, ho notato una ragazza che emanava un'energia incredibile. Mi colpì subito. Dopo quel primo incontro sono tornato in Thailandia altre tre volte e Tui ha iniziato ad accompagnarmi in diversi viaggi nel Sud-Est asiatico. Quattro anni fa, durante quella che doveva essere un’ultima vacanza a Phuket, la vacanza è diventata un trasferimento definitivo. Da allora viviamo a Hua Hin, condividendo ogni giorno la nostra vita, il lavoro, i viaggi e il nostro cane Somkit".

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Tutto è profondamente diverso, ma al tempo stesso profondamente giusto, perché le cose si sono messe a posto, hanno preso la piega che Rocco ha scelto, non quella che qualcuno ha scelto per lui. Guardandosi indietro qualcosa gli manca: "Ho un bel ricordo di quella fase: mi ha insegnato la forza della determinazione e del sacrificio. Ho fallito molte volte, ma ogni errore mi ha insegnato qualcosa di prezioso. Non mi riconosco più, però, in quella vita in giacca e cravatta piena di ansie, burocrazia e doveri. L'unica cosa che mi manca davvero è la mia famiglia, sempre presente in ogni mio passo". Tui ha riempito la sua vita e gli ha insegnato proprio un nuovo modo di vivere all'insegna dell'autenticità, della verità, della semplicità, dell'umiltà.

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Certo, è pur sempre una donna cresciuta in un altro Paese, con un background differente. Una delle principali differenze, su cui entrambi ironizzano molto, riguarda la cucina! Per un occidentale fa sempre un certo effetto ritrovarsi nel piatto dei grilli! Ma nulla di insormontabile: "All'inizio giudicavo, poi ho capito che il problema non è cosa si mangia, ma come si guarda ciò che è diverso. Ho imparato a non giudicare e qualche volta anche a provare: alcune cose che mi spaventavano ora mi piacciono pure. Tranne gli insetti!  Oggi mi sembra del tutto normale: il mondo è grande e ognuno ha la propria cultura culinaria, tutte meritano rispetto". Quest'ultima è la parola chiave: "Rispetto ma anche ironia. Non cerchiamo di cambiarci, ma di capirci e riderci sopra. A volte non serve parlare la stessa lingua o avere la stessa cultura: basta condividere lo stesso modo di volersi bene. La gioia di vivere è la nostra lingua comune".

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Adesso la loro vita è tra Italia e Thailandia: "Per ora passo circa dieci mesi l’anno in Asia, ma in futuro vorrei vivere in movimento, lontano dal periodo dei monsoni. Mi piacerebbe fare un lungo viaggio in Europa in camper, ma Tui ha ancora dei progetti qui: vuole terminare gli studi e provare l’università. Vedremo dove ci porterà la vita, senza troppi programmi: ci piace così". Questo modo di vivere così svincolato da obblighi, pressioni, scadenze e aspettative può sembrare un'utopia: eppure è possibile. Rocco ne è la dimostrazione: è una persona che ha trovato il coraggio di scegliere, di guardarsi dentro e capire i propri veri desideri. L'alternativa sarebbe stata una vita perfetta, ma mai felice, mai davvero sua. Ha imparato che la serenità e la felicità generano spesso invidia e cattiveria gratuite.

Molti haters si rivolgono in modo offensivo e violento soprattutto nei confronti della sua compagna, spesso additata come un'approfittatrice, interessata più ai soldi che realmente innamorata del proprio compagno. È una reazione a cui Rocco tutto sommato ha trovato una spiegazione razionale: "Non sopportano la libertà degli altri. Vedono in noi qualcosa che non riescono a vivere: la semplicità, la fiducia, l'amore senza maschere. Li spiazza. Ma, alla fine, gli haters servono anche a questo: a ricordarti che stai vivendo la tua vita, non la loro".

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