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Il tatuatore Anakin rivela quali sono i tatuaggi da non fare (perché te ne pentirai)

Gabriele Anakin (fidato tatuatore di Damiano David e Fedez per fare solo due nomi) ha raccontato a Fanpage.it quali sono i tatuaggi più a rischio di “pentimento”.
A cura di Giusy Dente
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instagram @gabriele_anakin
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"I tatuaggi fanno male anni dopo che li hai fatti ma per quello che ricordano" cantavano gli Articolo 31. A distanza di tempo, infatti, quel simbolo o quella scritta, fatti con assoluta convinzione, possono diventare oggetto di pentimento e sofferenza: perché quella persona non fa più parte della tua vita, perché quel disegno ha perso di significato, perché ti riportano a un momento che non vuoi più rivivere. In Italia ci sono oltre 12 milioni di tatuati e circa un terzo di loro ricorre alla rimozione laser, unico modo per far scomparire l'inchiostro: quello sì, si può eliminare, a differenza del significato che si porta dietro. Gabriele Anakin nella sua carriera di tatuatore ne ha visti tanti di pentiti: sono di tre categorie, come ha spiegato a Fanpage.it.

Quali sono i tatuaggi di cui ti potresti pentire

Gabriele Anakin difficilmente si rifiuta di fare un tatuaggio, anche quando a suo parere personale non sarebbe la scelta migliore. È pur sempre una decisione estremamente personale, che lui da professionista rispetta: "Non posso condizionare una persona e dirgli di non farlo. È a tuo rischio e pericolo, la pelle è la tua". L'esperienza lo ha portato a confrontarsi con tanti diversi tipi di cliente, con richieste assurde e anche con esperienze di pentimento. Si possono ricondurre principalmente a tre casi.

"Ti potresti pentire di un tatuaggio fatto con un compagno o con una compagna che conosci da poco: molto probabilmente tra un anno di quella persona non ti ricorderai neanche più, ma ti ritroverai un tatuaggio fatto e dedicato a uno sconosciuto. Mentre con una persona con la quale stai da diversi anni già è diverso, perché ci hai vissuto esperienze belle e brutte, quindi quel tatuaggio ha comunque dei ricordi a cui è legato" ha detto.

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Da non sottovalutare è il rischio pentimento collegato ai tatuaggi fatti da amici, da persone inesperte: "Sono tatuaggi fatti in casa: ormai l'attrezzatura per tatuare si può reperire ovunque con 100 euro. Il problema è che quando non ci sono le competenze si rischiano di fare danni seri. A me quasi quotidianamente arrivano foto su Instagram di ragazzini pentiti che mi scrivono: ho fatto una cavolata ora che posso fare? E io là gli do una pacca sulla spalla e gli dico che l'unica è il laser. Anche io ho un tatuaggio fatto da amici non tatuatori, ma è una scrittina e dietro a quella scrittina c'è un bel ricordo. Il problema è il ragazzino che si fa fare tutto l'avambraccio dall'amico che che ha comprato ieri sera la macchinetta su Amazon e non sa neanche tenere una penna in mano. Poi è difficile rimetterci mano, anche per il professionista, perché o vai a fare sedute di laser o devi fare una copertura invadente che magari non rispecchia neanche la tua idea iniziale, ma ci devi mettere una pezza".

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Il terzo problema sono le mode: ci sono per i vestiti e ci sono per i tatuaggi. C'è stato il periodo dei tribali, quello delle scritte, quello degli ideogrammi, quello dei tattoo in stile maori. Tutte mode passeggere, di cui ci si può pentire amaramente: "Un tatuaggio è per sempre, bisogna prendere con le pinze l'argomento moda. Vanno di moda i leoni per esempio? Vengono ragazzini in continuazione che te lo chiedono, perché magari ce l'ha il loro calciatore preferito. Vale per il leone, ma vale per qualsiasi altro soggetto che abbiamo visto passare negli anni. Anche io l'ho fatto, ma lo contestualizzo e riesco a dargli anche un valore affettivo, perché risale al periodo in cui ho iniziato. Diverso è poi ritrovarsi con un tatuaggio preso e incollato solo perché ce l'aveva il cantante o il calciatore di turno". Insomma: la moda passa, ma il tatuaggio resta.

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