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Il significato dei look di Francesca Michielin all’Arena spiegato dalla stylist Susanna Ausoni

Da GCDS a Des Phemmes fino a Melita col simbolo del rene: Susanna Ausoni ha spiegato il significato dei look di Francesca Michielin all’Arena di Verona.
A cura di Giusy Dente
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Era da mesi che Francesca Michielin attendeva questo momento: il primo concerto all'Arena di Verona, una grande serata di festa assieme a tanti amici, per cantare davanti al suo pubblico. La cantante ha scelto di condividere il prestigioso palcoscenico con Fiorella Mannoia, Gaia, Max Gazzé, Emma, Levante (per fare solo alcuni nomi) che hanno contribuito a rendere il concerto ancora più speciale. La data del 4 ottobre 2025 arriva a 10 anni esatti dalla pubblicazione di L'amore esiste, uno dei brani più amati della cantante, ma è in realtà un modo per celebrare "tutto in una notte" la sua carriera e i tanti traguardi raggiunti in questi anni. Ha compiuto 30 anni quest'anno, metà dei quali vissuti sul palcoscenico. Il suo pubblico non ha mai smesso di supportarla, soprattutto quando si sono fatte avanti delle difficoltà di salute. La cantante, infatti, ha subito un'operazione delicata, da cui è uscita più forte, più consapevole: le hanno asportato un rene. Proprio il rene è simbolicamente tornato nel concerto, inserito strategicamente in un look portato in scena proprio per raccontare anche questa fase importante di vita. Ogni outfit, in realtà, è stato accuratamente pensato e studiato per inserirsi in una narrazione. Francesca Michielin ha lavorato assieme alla stylist Susanna Ausoni, che a Fanpage.it ha spiegato nel dettaglio il progetto del "cucito" declinato in: cucire, ricucire, essere ricuciti e imperfetti.

Cosa ha scelto di indossare Francesca?

È tutto molto simbolico e molto personale, esattamente come questa Arena di Verona è per Francesca. Si affrontano molti temi. Uno è il tema del giudizio sul corpo delle donne. Francesca è una persona molto tranquilla ed è molto cool, è una musicista molto sensibile a tutto quello che può essere un giudizio. Però le parole sono dei coltelli e chi esprime un giudizio ha una responsabilità. Cioè: i giudizi, le osservazioni devono essere argomentati e devono essere sempre posti in un modo costruttivo, positivo, non in maniera violenta. Lei comunque non si lascia influenzare dai giudizi che legge sui social: Francesca va avanti per la sua strada e io con lei. Viviamo in una società dove bisogna ambire alla perfezione, dove ci sentiamo scomodi se non siamo sempre performanti: un artista è scomodo se non performa secondo i dettami del mercato. È una stylist è scomoda se non usa i brand di un certo livello, se non fa le cose in una certa maniera. In questo Francesca è proprio una voce fuori dal coro. È intellettualmente e artisticamente onesta e il lavoro che io faccio con lei ha una doppia lettura, perché non è un lavoro soltanto che si ferma al concetto moda.

Come avete scelto questo filo conduttore del cucito?

Francesca ha subito un'operazione invasiva e ha purtroppo dovuto perdere un rene. Ma ha ricucito quella ferita, ha ricucito la possibilità di andare avanti senza un rene. Mi sembrava bello e poetico raccontarlo. L'idea è nata con lei. Tutto il percorso lo abbiamo deciso insieme. 

E il rene era presente anche in uno dei look…

Melita l'ho scoperta in un negozio di Milano che ha solo cose d'avanguardia. È una stilista italiana che vive di Berlino: fa la designer, ma fa anche la babysitter per mantenersi. Ha un collettivo e con lei abbiamo fatto un lavoro molto poetico: abbiamo ricreato il rene che hanno tolto a Francesca e l'abbiamo ricamato sul cuore. È una ragazza completamente fuori dal mercato: disegna e assembla pezzi e come Francesca è vicina alla sostenibilità. Questa ragazza fa tutto sostenibile. È bello che artisti come Francesca diano la possibilità anche a giovani designer di essere attenzionati. A lei ho proposto la questione del rene, perché era quella che poteva capire di più. Ha ricamato il rene, lo abbiamo spostato dal dietro e l'abbiamo attaccato al cuore. 

Quali altri brand l'hanno vestita?

C'è MSGM: abbiamo sviluppato una cosa in stile t.A.T.u (duo femminile russo degli anni Duemila ndr). Siamo andati da Massimo Giorgetti e abbiamo chiesto proprio personalmente a lui di interpretare questo tema e ci ha fatto un costume. Poi c'è Des Phemmes che ha fatto un look costume molto scenico in un colore molto simbolico, il viola, che è molto spirituale. E in più ha un velo lunghissimo di 5 metri. GCDS aveva un look perfetto da show ripreso uguale e c'è un finale di Diesel bellissimo: un look da show riadattato proprio da Glenn Martens per lei. La maglietta abbinata ai jeans skinny gliel'ho fatta fare io ed è una maglietta col claim simbolico "Protect The Dolls" per il mondo LGBT+. 

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