Gwyneth Paltrow in tribunale: quando anche gli abiti sono una strategia di difesa
Gli occhiali grandi da aviatore, i maglioni a collo alto, l'aria dimessa: Gwyneth Paltrow è tornata sotto i riflettori in tribunale in una versione completamente nuova. L'attrice infatti è coinvolta in una causa civile per un incidente sugli sci avvenuto nel 2016, quando si è scontrata con l'oculista in pensione Terry Sanderson. Sembrerebbe frivolo soffermarsi, in un processo, sui look delle parti di causa ma non lo è: in un processo le impressioni contano, e gli abiti sono uno degli elementi con cui si cerca di far colpo sulla giuria. Se poi a sedersi sul banco degli imputati è una star – da Amber Heard a Anna Delvey – allora i riflettori impongono scelte studiate a tavolino. E Gwyneth Paltrow non fa eccezione, scegliendo pezzi discreti e raffinati che supportino la sua versione della storia.
Le strategie di stile delle star in tribunale
Per capire perché i look sfoggiati in tribunale da Gwyneth Paltrow siano al centro del dibattito mediatico in questi giorni dobbiamo fare un passo indietro. Le cause legali delle celebrità diventano facilmente materiale da tabloid: non bisogna convincere solo la giuria della propria innocenza, ma anche il pubblico. In questo percorso, lo styling assume un ruolo di primo piano: l'apice fu raggiunto dalla truffatrice dell'alta società la truffatrice Anna Delvey (a cui si ispira la serie Inventing Anna) con la stylist Anastasia Walker, assunta per scegliere rigorosi abiti Celine e Saint Laurent. L'anno scorso Amber Heard e Johnny Depp si diedero battaglia legale: lei appariva in tribunale con power suit maschili e acconciature retrò. Le star cambiano radicalmente stile in tribunale perché sono consapevoli dell'attenzione suscitata e cercano di sfruttarla a loro favore nel grande gioco delle parti che si crea durante un processo mediatico.
Cosa ha indossato Gwyneth Paltrow per il processo
L'attrice e guru del benessere Gwyneth Paltrow ha scelto di affrontare il processo con uno stile "quiet luxury": capi firmati ma discreti, senza loghi in vista e poco riconoscibili. Le linee degli abiti sono fluide e scivolate, la palette è morbida. Per la prima udienza ha scelto un cappotto verde oliva di The Row abbinato a un dolcevita bianco. Molti dei pezzi rimandano al mondo della montagna: maglieria e stivali stringati di Céline, per esempio.
Nelle udienze successive ha indossato abiti di marchi di lusso come Brunello Cucinelli e Loro Piana e morbidi cardigan del suo brand, Goop, accompagnati da una selezione di gioielli dorati. Il contrario, insomma, dei power suit indossati da Amber Heard: l'unico completo indossato da Gwyneth Paltrow è in lana grigia, con un top al posto della camicia.
Il tocco di genio, però, sono gli accessori: i grandi occhiali da vista con montatura da aviatore hanno scatenato l'ironia dei social, visto che il suo querelante è un oculista in pensione. Per non parlare poi del taccuino Smythson per prendere appunti e della bottiglia d'acqua in vetro (alternata a una tazza da caffé) per sottolineare la sua attenzione all'ambiente.
Il significato dei look di Gwyneth Paltrow
Tutti i look dell'attrice sono giocati sull'idea di morbidezza, dai colori spenti alle texture usate, come la maglieria. Un maglione a collo alto è sicuramente più rassicurante di una giacca con le spalle larghe. Perfino il nero non è stato indossato per comunicare forza, ma addolcito dalla scelta del cardigan e dalla gonna ampia e lunga. L'ultimo look in ordine di tempo è anche quello più significativo: una camicia rosa con il fiocco, che comunica dolcezza e femminilità.
In ultima analisi Gwyneth Paltrow sta dicendo: guardatemi, sono tranquilla, sono innocente. Gli abiti indossati durante il processo sono fedeli al suo stile, ma scelti per evidenziare i lati più dolci e concilianti della sua personalità. Al processo, insomma, non ha preso parte la star di Hollywood che vive in un mondo dorato lontano dalla realtà, ma una donna di mezza età seria e concreta che indossa cardigan, occhiali spessi e non si preoccupa dei capelli grigi. Una donna, insomma, che non avrebbe mai potuto travolgere un altro sciatore, secondo la difesa. O no?
