Grim Keeping: quando la compatibilità della coppia si misura su ciò che entrambi odiano

"Le cose che abbiamo in comune sono 4.850" cantava Daniele Silvestri. Ma dimenticate domande come "Qual è il tuo film preferito?" oppure "Qual è il cantante che ami di più". Roba antiquata e sorpassata, per conoscersi! Adesso le famose cose in comune, che siano 4850 o meno, devono essere basate non su ciò che alla coppia piace, ma su ciò che entrambi odiano, detestano, trovano irritante. Sì, a quanto pare siamo diventati a tal punto odiatori seriali da fondare sull'odio anche una conoscenza, una frequentazione. È la tendenza nel mondo dating chiamata Grim Keeping dove grim significa "oscuro" e keeping sta per "custodire". La situazione è completamente capovolta, perché la connessione emotiva si crea attraverso la negatività.
Se prima la compatibilità tra due persone si misurava sulle cose da entrambi amate (in ambito musicale o cinematografico, inteso come fede politica o calcistica), adesso si misura sull'esatto opposto. Il nuovo linguaggio dell'amore punta a creare un legame fondato sul lato più oscuro delle persone: i difetti, le cattive azioni commesse, le mancanze, le più piccole cose che non si sopportano. Vale tutto: dalla masticazione rumorosa all'uvetta nel panettone, purché ci sia dell'odio condiviso che possa fare da collante. Non importa più se si hanno degli hobby in comune, se si praticano le stesse attività sportive, se si leggono gli stessi libri. Quando si esce con qualcuno ora conta di più elencare punti deboli e antipatie.
Un po' come dire: se entrambi odiamo questa cosa allora ci troveremo senz'altro bene. In fondo, qualcosa di sensato c'è. Piuttosto che crogiolarsi in un concetto idilliaco di amore e di compatibilità, in cui si deve essere simili, in cui si è pronti alla condivisione di tanti aspetti positivi, si mettono subito in tavola anche le cose meno gradevoli. Una relazione non si misura solo in momenti belli: ci sono anche ostacoli da superare, differenze da abbracciare, diversità da accogliere e con cui combaciare, compromessi da trovare. Ecco quindi che le cose vengono subito messe in chiaro, dimostrando anche una certa volontà ad aprirsi nei confronti di questi aspetti meno luminosi. Insomma: la sofferenza condivisa, a quanto pare, può creare intimità tanto quanto la gioia condivisa.
Anche nel nostro "peggio" qualcuno può intravedere qualcosa di buono, ci si può specchiare e riconoscere e tanto basta per avvicinarsi e creare una connessione reale. Le nuove generazioni, in effetti, di aspetti odiati su cui confrontarsi ne hanno diversi, tutte potenziali collante: l'ecoansia, i disagi post Covid, la crisi economica, la difficoltà a trovare lavoro, il caro affitti, l'instabilità politica, la paura per la tecnologia che prende il sopravvento. Tutte cose che scatenano comprensibilmente un certo odio, un certo malessere. È comprensibile che, nel momento in cui ci si trova e ci si conosce, si finisca col confrontarsi anche su queste fonti di ansia e preoccupazione, sugli aspetti più frustranti della vita di oggi.
La sofferenza condivisa è il nuovo legame d'amore. Chi intraprende una relazione oggi, lo fa convinto di voler trovare subito un terreno comune su questi aspetti fondamentali. Essere in sintonia sulle cose belle non basta più, anche perché c'è più consapevolezza sull'importanza della salute mentale. Non si è più disposti a tacere, a fare finta di stare bene, a nascondere il proprio malessere: si vuole accanto qualcuno pronto a capire quel buio, quel lato oscuro, vedendo al suo interno un senso di appartenenza, qualcosa di profondamente intimo. Forse è una reazione a tanti anni in cui ci hanno proposto idee di coppia del tutto sballate, idee di relazioni fuorvianti, tossiche, per nulla realistiche.
Ecco perché oggi si guarda con più sospetto alla "perfezione". Anche se l'alchimia fondata sulla negatività fosse realmente più solida, non si potrebbe comunque dimenticare l'importanza di avere dei sani e positivi valori comuni. Quelli restano le vere fondamenta per costruire una relazione duratura, che possa proiettarsi verso il futuro e non si possono in alcun modo trascurare, mettere in secondo piano, sminuire, annullare. Perché se è vero che non esiste luce senza buio, è vero anche che non può esserci buio senza luce.