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È morta Mary Quant: la stilista che inventò la minigonna aveva 93 anni

Icona anni Sessanta, l’inventrice della minigonna Mary Quant rivoluzionò la moda con abiti corti e colorati, regalando alle donne la libertà del vestirsi. Si è spenta a 93 anni nel Surrey.
A cura di Beatrice Manca
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La stilista Mary Quant, passata alla storia come l'inventrice della minigonna e icona di stile degli anni Sessanta, è morta all'età di 93 anni. La notizia della morte è stata comunicata dalla famiglia in una nota: Mary Quant si è spenta serenamente nella sua casa del Surrey. La sua boutique nel cuore di Londra è stata l'epicentro di una rivoluzione culturale, prima che di stile, decisa a rompere nettamente col passato: gonne corte, calze colorate, stivali in gomma, tagli di capelli freschi e facili da portare. In una parola: la libertà di essere giovani.

Chi era Mary Quant

Il suo nome non era forse famoso come quello di altri stilisti, ma il suo lavoro ha segnato un prima e dopo nella storia del costume. Mary Quant seppe capire – prima e meglio di altri – che il mondo negli anni Sessanta stava cambiando, e lo stava facendo velocemente. Con l'incubo di due guerre alle spalle, una nuova generazione guardava al futuro come a una pagina bianca da scrivere, rompendo definitivamente col passato. Se gli anni Sessanta hanno "inventato" i giovani come categoria – sociale e culturale – Mary Quant li ha vestiti.

Mary Quant
Mary Quant

Dame Barbara Mary Quant nacque nel 1930 a Blackheath, in una famiglia di professori universitari. I genitori sognavano lo stesso per lei, ma la giovane Barbara Mary aveva altri programmi: studia disegno e inizia un tirocinio da Erik, modista di lusso di Mayfair. Ma è solo quando si trasferisce nella City, poco più che adolescente, che le si spalanca davanti il potenziale sociale della moda: non un'uniforme, ma un gioco continuo, una ribellione gioiosa. Insieme al compagno Alexander Plunket Greene sperimenta una nuova libertà di costumi e nel 1955 apre la sua famosa boutique, Bazaar. Prima rivende abiti ma poi, delusa da quello che trova, decide di realizzarli lei stessa seguendo corsi serali.

Mary Quant
Mary Quant

Bazaar non era un semplice negozio, né tantomeno un atelier. Era più simile a un circolo letterario, a un club, che al laboratorio di una modista: si beveva, si chiacchierava, si ascoltava la musica. Era un luogo di aggregazione, un crocevia di ragazzi e ragazze che cercavano un nuovo modo di essere sotto forma di abiti leggeri, pratici e colorati. Bastava un'occhiata alle vetrine per capirlo: i manichini non erano mai composti, ma sempre in pose eccentriche. Un po' come se dicessero: questi sono abiti fatti per ballare. E in effetti, Londra in quel periodo era attraversata da un brivido continuo: erano gli anni della Swinging London e ovunque si respirava una febbre di novità. I ragazzi si lasciavano crescere i capelli – in polemica coi padri – le ragazze li tagliavano – con enorme dispiacere delle madri. King's Road pullulava di negozi pensati per i giovani, tra cui quello della ‘rivale' Kiki Byrne.

Le modelle di Mary Quant
Le modelle di Mary Quant

Mary Quant ha inventato la minigonna?

Anche se il nome di Mary Quant nell'immaginario collettivo è rimasto legato a quel colpo di forbici che liberò le gambe delle donne, la paternità della minigonna è ancora oggi discussa. C'è chi la attribuisce a André Courrèges, chi a John Bates. Lei, lapidariamente, ha chiuso la questione dicendo che la minigonna è stata inventata dalle ragazze che passeggiavano per King's Road e che frequentavano la sua boutique. Al netto del primato, è indubbio che la minigonna sintetizzasse lo spirito dei tempi: rompeva tabù, scandalizzava, rivendicava libertà politiche e sessuali. Mary Quant lanciò anche i collant colorati, perfetti per esaltare le gambe, e l'incontro con una parrucchiera 17enne fece il resto: nacque così il mito di Twiggy.

Un modello di Mary Quant
Un modello di Mary Quant

Dalle margherite al caschetto, le invenzioni di Mary Quant

Ma l'eredità di Mary Quant è molto più rigogliosa di una semplice gonna. Lei stessa era una rivoluzionaria icona di stile, con il suo caschetto a cinque punte – ancora modernissimo – che spazzava via le acconciature cotonate di pochi anni prima. Tra le sue creazioni allora più scandalose ci sono anche gli hot pants, perfetti con le calze colorate e gli stivaletti in PVC, ma anche i minidress in jersey, i pullover a costine aderenti.

Mary Quant con il marito Alexander Plunket Greene
Mary Quant con il marito Alexander Plunket Greene

La sua firma di stile era (e rimane ancora oggi) la margherita stilizzata. Un semplice fiore, il simbolo di una generazione in cerca di una strada, tra pacifismo e femminismo. Nel 1966 è stata nominata OBE – Order of the British Empire – dalla regina Elisabetta II per il suo straordinario lavoro nell'industria della moda. Lei si presentò con un abito corto color panna, con risvolti alla marinaretta blu sul collo: che incontro dev'essere stato. Anche grazie a lei, il Regno Unito diventò un simbolo d'avanguardia nel mondo, riprendendosi il suo posto sulla scena culturale internazionale. Nel frattempo l'instancabile designer aprì una seconda boutique, lanciò una linea cosmetica e iniziò ad esportare i suoi prodotti negli Stati Uniti.

Twiggy con una modella
Twiggy con una modella

Oltre la moda, per tutta la vita un solo amore: il marito Alexander Plunket Greene, sposato nel 1957, con cui ha avuto il figlio Orlando. Sono rimasti insieme per tutta la vita, fino alla morte di lui negli anni Novanta. La moda non ha mai smesso di celebrarla: nel 1990 Mary Quant è stata premiata dal British Fashion Council, mentre nel 2019 il Victoria & Albert Museum di Londra le dedicò l’omaggio più grande, una retrospettiva. Minigonna o meno, a Mary Quant andrà sempre riconosciuto un grande merito: ci ha regalato abiti per ballare, per correre, per manifestare. Ci ha regalato, in molti sensi, un pizzico di libertà.

La retrospettiva su Mary Quant
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