Tim Burton affronta il dualismo tra luce e oscurità: “Per lui l’una non esiste senza l’altra”

Regista, ma non solo: Tim Burton è un artista capace di comunicare ed esprimersi anche con forme d'arte diverse dal cinema, benché sia conosciuto soprattutto per questo, per quei personaggi indimenticabili portati sul grande schermo nella sua lunga carriera. "Light and Darkness" è l'inedita mostra personale di Tim Burton curata da Sarah Brown in corso a Fortezza da Basso a Firenze. Rientra nella XV edizione della Florence Biennale, edizione che ha come tema portante proprio: "The Sublime Essence of Light and Darkness. Concepts of Dualism and Unity in Contemporary Art and Design". Tim Burton ha scelto un totale di 50 opere distribuite in cinque sale, alcune delle quali esclusive. L'allestimento comprende disegni, album, taccuini, creature realizzate in resina. Tra le opere più spettacolari spicca la Carrousel Room, una sorta di giostra: un ambiente immersivo a luci UV che porta il visitatore in un vortice fluorescente dove godere di un'esperienza visionaria. Tutto è perfettamente aderente alla poetica cinematografica del regista, caro a un immaginario dove si fondono nostalgia, ironia, sogno e meraviglia. Qui trovano spazio personaggi iconici a cui il pubblico è fortemente affezionato, che infatti ritornano anche nella mostra. Nell'ultima sala c'è proprio uno spazio dedicato al film La Sposa Cadavere, nel trentesimo anniversario della sua uscita, uno dei capolavori assoluti di Tim Burton. Il titolo della mostra oltre a inserirsi perfettamente nel tema portante della Biennale, si adatta in modo perfetto anche a una caratteristica propria del cinema di Tim Burton, dominata proprio dal gioco di chiaruscuri. La curatrice Sarah Brown a Fanpage.it ha spiegato come è nata questa esposizione e perché è così rappresentativa della sua poetica, nel cinema tanto quanto nelle altre forme d'arte.

Cosa rappresentano luce e oscurità per Tim Burton, che ha scelto personalmente questo titolo?
Luce e oscurità costituiscono una dualità costante nell’opera di Tim Burton. Quando la Biennale gli ha chiesto di scegliere un titolo, ha ritenuto che "Light and Darkness" si adattasse perfettamente al tema del dualismo che attraversa l’intera Biennale, poiché Burton crede che l'una non possa esistere senza l'altra e che entrambi gli elementi siano parte integrante del suo universo creativo.

Come lavora Tim Burton con il chiaroscuro nell'arte e nel cinema?
Direi che il chiaroscuro è un elemento ricorrente nei film, nelle animazioni e nelle mostre di Burton. Il contrasto tra luce e ombra lo aiuta a creare atmosfera ed emozione, sia sullo schermo che negli spazi espositivi. Affronta l'illuminazione delle sue mostre con la stessa cura e sensibilità cinematografica che applica ai set dei suoi film usando luce e ombra per dare vita ai suoi personaggi e ai suoi mondi.

Come ha scelto l'artista i materiali da esporre?
Ho lavorato a stretto contatto con Tim Burton per selezionare una gamma diversificata delle sue opere che rappresentasse al meglio l'ampiezza della sua pratica artistica. Voleva mostrare l'evoluzione del suo processo creativo, come un semplice disegno possa trasformarsi in un'animazione o persino in un'opera lenticolare 3D che sembra seguirti nella stanza. Burton ha scelto di iniziare la mostra con i suoi taccuini e disegni, così che il visitatore possa vedere come gli schizzi si evolvono in sculture, pupazzi e animazioni: da una giostra al neon di creature ultraterrene a grandi figure in resina, da un Robot Boy meccanico in movimento a un'animazione di Oyster Boy, con ogni opera che riflette una diversa sfaccettatura dell'immaginazione e della maestria dell’artista.

Personaggi come Beetlejuice, Edward Mani di Forbice e la Sposa Cadavere: come hanno resistito alla prova del tempo e si sono affermati come figure così iconiche?
Credo che questi personaggi iconici siano durati nel tempo perché incarnano ciascuno diverse sfaccettature di ciò che significa essere umani e tutti esplorano l'equilibrio tra luce e oscurità. Sono outsider e incompresi e questo li rende profondamente riconoscibili: tutti, a un certo punto, si sono sentiti come se non appartenessero a un luogo. Eppure, nonostante la loro stranezza, personaggi come Edward Mani di Forbice ed Emily de La Sposa Cadavere vivono emozioni universali di amore, solitudine, rifiuto e speranza. Credo che siano proprio queste emozioni ed esperienze a continuare a risuonare attraverso le generazioni. Evocano anche un senso di empatia e tenerezza e sono questa vulnerabilità e unicità a renderli personaggi indimenticabili e senza tempo nella storia del cinema, così come nel mondo di Tim Burton.