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Liu Bolin, l’artista invisibile che si mimetizza tra i palazzi storici di Firenze

Dal 30 agosto al 18 settembre le opere di Liu Bolin saranno in mostra a Palazzo Vecchio di Firenze. Il progetto si chiama “Hiding in Florence” e racconta la città vista attraverso l’artista camaleonte.
A cura di Eleonora Di Nonno
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La mostra  di Liu Bolin, definito l'artista invisibile, è arrivata nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. Bolin è famoso per gli autoritratti fotografici in cui il suo corpo, grazie a un ottimo body-painting, sembra fondersi perfettamente con lo sfondo. La mostra, intitolata Hiding in Florence, è curata da Marco Bazzini e promossa dalla Galleria Gaburro, fa parte di una serie più grande chiamata Hiding in Italy. Dopo Milano, Venezia, Verona, Roma e Caserta, le opere dell'artista arrivano quindi a Firenze, dove rimarranno dal 30 agosto al 18 settembre.

Liu Bolin nella Sala Bianca, Palazzo Pitti credits Galleria Gaburro
Liu Bolin nella Sala Bianca, Palazzo Pitti credits Galleria Gaburro

Chi è Liu Bolin, il "camaleonte" dell'arte

Liu Bolin nasce a Shandong nel 1973 e si diploma a Pechino in Scultura dell'Accademia Centrale d'Arte Applicata. Nel 1998 mette in scena la sua prima mostra e da quel momento raggiunge successo e fama internazionale. Punto di svolta è il 2005, anno in cui il governo di Pechino decide di abbattere il quartiere Suojia Village, uno dei luoghi più importanti per gli artisti cinesi dissidenti. Liu Bolin decide allora di farsi fotografare davanti alle rovine, pitturando il suo corpo in modo da diventare tutt'uno con esse. Il suo obiettivo era dimostrare la sua appartenenza a quel posto. Nonostante nelle suo opere sembri che Liu voglia scomparire nel contesto in realtà il messaggio che cerca di mandare è tutt'altro: sparendo diventa una cosa sola con ciò che lo circonda. Nei suoi scatti viene messo in luce uno degli aspetti principali della cultura cinese tradizionale: l'uomo per liberarsi deve unirsi alla natura. L'artista, quindi, si "lascia attraversare dalle cose" per lanciare messaggi di denuncia sociale. Lui stesso ha dichiarato:

“È un gesto di denuncia. Cos'è oggi lo sviluppo dell'essere umano, e dove porta? L'uomo sta scomparendo nel suo ambiente. La tecnologia ha portato molto sviluppo materiale, ma per restare umani cosa si deve fare? Io non voglio perdermi in questo labirinto, perciò scelgo questa forma di difesa. Io sono per un’arte di impegno civile“.

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Liu Bolin e l'Italia

È dal 2008 che Bolin lavora con la galleria Boxart di Verona e nello stesso anno inizia il ciclo Hiding in Italy. L'artista prova una forte attrazione per l'Italia, in particolare per il grande rilievo che il nostro Paese riserva alla conservazione del patrimonio storico-artistico. Non accade la stessa cosa in Cina. Liu Bolin, infatti, è molto critico per quanto riguarda la distruzione dei quartieri storici, fatta per fare spazio alle nuove megalopoli. Negli anni la sua fama è cresciuta in Italia, nel 2015 ha realizzato in Sicilia Migrants, una serie di scatti in cui i corpi dei profughi scompaiono sullo sfondo dei pescherecci, della sabbia o della bandiera dell'Unione Europea. Nel 2018, invece, le sue opere erano in mostra al Vittoriano di Roma, dove aveva raccontata la sua storia: dalla prima performance a Pechino fino agli scatti più recenti. L'esposizione a Firenze consiste in sei fotografie con protagoniste Piazza della Signoria, le Gallerie degli Uffizi, la Biblioteca Marucelliana e anche Palazzo Vecchio, sede della mostra. Il progetto è accompagnato da un video in cui viene spiegato il processo creativo dietro ogni scatto.

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