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Parlare con il vivavoce mentre siamo alla guida non è sicuro come pensiamo: l’esperto spiega perché

Auricolari, vivavoce anche se la legge consente di usarli mentre siamo alla guida sono comunque una fonte di distrazione. Perché sono pericolosi e cosa c’entra la noia lo spiega lo psicologo Iannoccari.
Intervista a Prof. Giuseppe Iannoccari
Neuropsicologo e presidente dell'Associazione Assomensana
A cura di Francesca Parlato
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"Vietato parlare al conducente" è il monito che leggiamo sugli autobus di linea. Il motivo è chiaro a tutti, parlare è una fonte di distrazione, anche l'autista più esperto può infatti perdere la concentrazione se coinvolto in un qualsiasi tipo di dialogo mentre è alla guida. Un avvertimento simile, del tipo "Non usare lo smartphone mentre si guida" dovrebbe essere installato anche in tutte le automobili degli italiani, visto che alcune recenti statistiche ci dicono che la distrazione causata dall'uso del telefono è la prima causa di incidenti stradali. E sì, il divieto dovrebbe essere totale, perché vivavoce e auricolari, a differenza di quello che possiamo pensare, non ci mettono al riparo da un calo dell'attenzione mentre siamo alla guida. "Un recente studio ha dimostrato che il fatto stesso di essere assorti in una conversazione fa calare significativamente il livello di attenzione – ha spiegato a Fanpage.it Iannoccari – Pure se utilizziamo il vivavoce, Abbiamo la sensazione che avere le mani libere ci consenta di fare tutto quello che vogliamo, ma in realtà la differenza tra chi parla al telefono tenendolo in mano e chi invece usa l'altoparlante è davvero minima". 

Perché non possiamo guidare e parlare contemporaneamente

Anche se crediamo di essere smart e di poter fare una, due, tre cose contemporaneamente, la verità è che tutte le azioni che mettiamo in atto vengono svolte in sequenza, una dopo l'altra. "Il nostro cervello non è in grado di svolgere più compiti insieme, per capire meglio partiamo da un dato, abbiamo a disposizione una quota di attenzione di 110 bit al secondo, una semplice conversazione ne assorbe circa 100. Quel 10 che ci resta è praticamente nulla. Ci consente di sentire un minimo rumore alle nostre spalle ad esempio. E con quei "10 bit" che ci restano non possiamo certo guidare in maniera attenta". Altoparlanti, auricolari o smartphone in mano, la differenza è poca: "In una scala da 1 a 5 parlare a vivavoce distrae 2,27, con il passeggero 2,33, senza vivavoce 2,45. Controllare a mandare sms 3,06 – spiega Iannoccari – Il massimo, ovvero il 5, si raggiunge soltanto svolgendo equazioni matematiche a mente". Il paradosso poi arriva da uno studio che ha paragonato chi parla al telefono con il vivavoce e chi guida dopo aver bevuto uno o due bicchieri di vino: "Chi usa il vivavoce non crede di essere distratto, pensa di essere concentrato alla guida e non si sente ‘vulnerabile', pensa che avendo le mani libere ha sempre e comunque il controllo, mentre chi si mette in auto dopo aver bevuto un bicchiere al massimo due, è consapevole di poter avere i riflessi più lenti e pertanto presta maggiore attenzione e prudenza, e questo è stato dimostrato proprio misurando lo spazio di frenata impiegato mentre erano al volante, che era maggiore nel primo caso". 

Come restare concentrati mentre si è alla guida dell'auto

Nonostante questi studi, la legge consente l'utilizzo di auricolari e vivavoce mentre si è alla guida. "Il mio consiglio in questo caso è applicare il buon senso. Se stiamo parlando al telefono cerchiamo di andare piano, in modo che la nostra famosa quota dei 110 bit sia immediatamente disponibile e che quel gap di attenzione sia compensato dalla velocità ridotta. E ricordiamoci anche un'altra cosa, quando guidiamo è facile perdere la concentrazione anche semplicemente guardando il paesaggio o cosa succede nell'altra corsia, oppure perché inseguiamo uno dei nostri pensieri. Noi produciamo circa 4600 pensieri al giorno che occupano la nostra scena mentale. A volte riusciamo a tenerli sotto soglia altre volte prendono il sopravvento e ci distraggono. Questo fenomeno si chiama mindwondering, vagabondaggio mentale, e, facciamoci caso, ci succede soprattutto quando facciamo dei tragitti consueti, la strada per arrivare a casa o in ufficio, arriviamo a destinazione senza neanche rendercene conto". 

Impariamo a gestire la noia

Uno dei motivi per cui probabilmente si usa così tanto il telefono anche mentre si è alla guida è la nostra incapacità di gestire la noia. "Ok ricevere una telefonata di emergenza, magari una comunicazione familiare o lavorativa veloce, ma il punto che è spesso decidiamo di metterci al telefono perché ci annoiamo. Non siamo più abituati ad avere a che fare con questo stato d'animo. Proviamo a lavorare su questo, cerchiamo di controllare questo meccanismo compulsivo che ci fa rifugiare nello smartphone in tutte le situazioni e ripromettiamoci di telefonare o mandare messaggi direttamente al nostro arrivo".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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