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Creme solari, non sono tutte uguali: cosa indica l’SPF e che differenza c’è tra filtri chimici e fisici

Come scegliere una buona crema solare? Basta guardare soltanto il fattore di protezione? Con la dermatologa scopriamo le differenze tra i filtri solari in commercio e come selezionare quella più adatta alle nostre esigenze.
Intervista a Dott.ssa Manuela Carrera
Dermatologa
A cura di Francesca Parlato
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Quando il caldo comincia a farsi sentire nella borsa non deve mai mancare una protezione per il sole. Oltre cappelli, magliette e pure ombrellini parasole, tutto ciò che può farci ombra è utile nelle giornate più calde, avere sempre in borsa una crema protettiva è sicuramente una buona abitudine. Ma a cosa dobbiamo fare attenzione per scegliere un buon filtro solare?

Filtri chimici o fisici: tutte le differenze

Quando acquistiamo una crema dobbiamo tenere conto di diversi aspetti. Oltre l'SPF (su cui ci arriviamo dopo) è utile intanto capire davanti a che tipo di filtro siamo, se fisico o chimico. "I filtri fisici e chimici differiscono per la modalità di protezione della pelle dai raggi UV – spiega a Fanpage la dermatologa Manuela Carrera – I primi hanno un effetto barriera sulla pelle e riflettono i raggi, i filtri chimici invece assorbono le radiazioni e rilasciano l'energia sotto forma di calore. I filtri fisici sono l’ideale per i bambini e per le pelli sensibili. Utilizzano particelle minerali come l’ossido di zinco ed il biossido di titanio, forniscono una protezione immediata impedendo ai raggi UV di penetrare nella pelle. Questi filtri non vengono assorbiti dalla cute e non danneggiano l’ecosistema marino a differenza di molti filtri chimici. I filtri minerali non contengono sostanze potenzialmente irritanti e ciò le rende ideali anche per i soggetti allergici o con patologie infiammatorie attive". In commercio troviamo entrambe le tipologie,  per scegliere quelli sicuri tra i filtri chimici (che risultano sicuramente più leggeri e piacevoli sulla pelle) bisogna però far caso ad alcuni elementi. "Bisogna sicuramente fare attenzione ai filtri fisici in cui siano presenti “nano” particelle poiché quest’ultime penetrano all’interno delle cellule e gli studi hanno evidenziato che incidano sullo sbiancamento dei coralli. – chiarisce Carrera –  Per i bambini è meglio usare dei filtri fisici. I filtri solari chimici sicuri a concentrazioni specifiche (rispettando le normative europee) sono l’octocrylene, l’avobenzone, il bis etilesilossifenolo metossifenil triazine, l’ettylhexyl triazone, diethylhexyl butanido triazone, mentre sono da evitare quelli contenenti l’ossibenzone e l’octinoxate che sono dannosi per l’ecosistema marino e in più l’ossibenzone è un sospetto interferente endocrino".

Filtri solari: ogni quanto applicarli e cosa indica l'SPF

Una volta scelto il tipo di filtro dobbiamo guardare l'SPF, il Sun Protection Factor. "Questa sigla indica quanto il filtro ci protegge dai raggi UVB, i raggi responsabili delle scottature solari. L'SPF determina il tempo di comparsa dell’eritema sulla pelle esposta ad una dose specifica di UVB ( la cosiddetta MED minima dose eritematogena) protetta dal solare rispetto alle cute non protetta. Più alto sarà l’SPF tanto maggiore sarà la dose di raggi UVB necessari ad indurre il rossore sulla pelle protetta. Per cui una SPF30 è una protezione "alta" mentre la 50+ è molto alta". Ma per raggiungere l'SPF indicato sulla confezione è necessario applicare una quantità generosa di prodotto. "Non bisogna lesinare sulla crema solare per far sì che sia efficace". Infine c'è un'altra sigla importante da considerare. "La PPD, ovvero persistent pigment darkening pigmentazione persistente, è altrettanto importante perché ci indica il grado di protezione nei confronti dei raggi UVA, aggi che penetrano in profondità nella pelle e sono i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo oltre a contribuire alla carcinogenesi. La protezione nei confronti degli UVA deve essere almeno 1/3 della SPF del prodotto stesso, per intenderci una crema con fattore di protezione 30 dovrebbe avere un PPD pari a 10, e vorrà dire che la pelle ci metterà 10 volte più tempo ad abbronzarsi rispetto a quanto ci metterebbe se non venisse applicata alcuna crema". 

Come scegliere un solare oltre il fototipo

Abbiamo guardato l'etichetta, studiato l'INCI, scelto tra filtro chimico o fisico, studiato l'SPF e il PPD, ma ci sono ancora alcune valutazioni da fare prima di procedere all'acquisto. "Nella nostra quotidianità siamo esposti anche ad altri raggi, non solo quelli UVA e UVB, pensiamo alla luce blu dei dispositivi elettronici, ai raggi infrarossi, alla luce visibile, quando scegliamo una crema cerchiamone una che ci protegga anche da questo tipo di radiazioni". L'altro suggerimento della dermatologa è scegliere delle creme che contengano anche degli antiossidanti. "In questo modo interveniamo subito sui danni provocati dal sole. Facciamo caso se nella crema sono presenti anche vitamina C e vitamina E, e cerchiamo di sceglier quelle che contengono un pool di antiossidanti". Infine oggi i filtri solari non vanno scelti soltanto in base al fototipo ma anche del tipo di pelle e della caratteristiche che ha. "Oggi abbiamo molte formulazioni cosmetologiche specifiche per diversi tipi di pelle. Pensiamo a chi ha la pelle acneica ad esempio, o a chi soffre di couperose o rosacea. Scegliendo dei filtri ad hoc abbiamo delle creme che contengono anche altre sostanze che hanno un'attività nella gestione della patologia di per sé. E poi esistono delle protezioni che contengono anche delle sostanze riparatrici del DNA, ad esempio l'enzima fotoliasi che si attiva con la luce e che ha un ruolo di "meccanico molecolare" che ripara i danni del DNA fotoindotti". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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