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Com’è dimagrita Noemi: il nuovo regime alimentare spiegato dalla sua dietista Monica Germani

Dopo la trasformazione dello scorso anno Noemi ha raccontato chi c’è dietro il suo nuovo look. Abbiamo intervistato la dietista Monica Germani che ci ha parlato del suo metodo per dimagrire.
Intervista a Dott.ssa Monica Germani
Dietista
A cura di Francesca Parlato
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L'anno scorso fece parlare di sé per quella che lei stessa definì la sua metamorfosi (a cui intitolò anche un album) e quest'anno l'abbiamo vista sfoggiare sera dopo sera sul palco dell'Ariston abiti da sogno per intonare la sua canzone "Ti amo non lo so dire". Radiosa e in splendida forma, il giorno dopo Sanremo, a Domenica In, da Mara Venier, Noemi, al secolo Veronica Scopelliti, ha voluto rivelare chi c'è dietro la sua trasformazione fisica: la dietista Monica Germani. "Tutto è iniziato più o meno due anni e mezzo fa. Il manager di Noemi, Stefano Settepani, ha capito che Noemi stava vivendo un momento difficile, aveva bisogno di un aiuto e ha voluto che mi incontrasse – ha raccontato a Fanpage.it Monica Germani – E così abbiamo iniziato il nostro percorso".

Che dieta ha fatto Noemi

La dietista Monica Germani
La dietista Monica Germani

Quando si intraprende un percorso con Monica Germani però non si fa una semplice dieta, si fanno anche incontri con psicoterapeuti e personal trainer. "Il mio è un approccio a 360 gradi – spiega – I pazienti, che non seguono una dieta restrittiva ma un'educazione alimentare in regime ipocalorico, incontrano anche uno psicologo e un personal trainer. L'obiettivo è migliorare lo stato di benessere generale: si lavora sull'accettazione del corpo, si correggono le abitudini e le modalità con cui si sta a tavola. E anche con Noemi abbiamo intrapreso questa strada. Abbiamo costruito un percorso personalizzato su di lei, lo abbiamo modellato nel tempo a seconda delle sue esigenze. Intraprendere una strada del genere può essere più complicato di quanto non si pensi, non si tratta di una semplice dieta, con piatti e calorie contate, tutt'altro. "Significa ricostruire tutte le tue convinzioni, cambiare non solo la dieta, ma il tuo intero stile di vita. Noemi è ripartita da sé stessa, dopo un momento di difficoltà. È vero all'inizio può essere dura, bisogna stringere i denti, ma se ti accorgi che il cibo è solo un riempitivo, che non ti dà alcun piacere e alcun benessere, tutto questo può diventare il punto di partenza. Si imparano a riconoscere i punti deboli e si possono iniziare, con il sostegno di professionisti, a costruire delle strategie ad hoc per affrontarli".

Nessun alimento è vietato

Il metodo di Germani "Meta experience", di cui parla anche nel suo libro appena uscito "La tua dieta sei tu" edito da Mondadori, non demonizza alcun alimento e mette al centro la persona e non il suo peso. "Bisogna partire da due concetti, il primo è che non esistono alimenti che facciano bene o che facciano male. Si può fare l'aperitivo, si può mangiare un dolce: ma l'importante è che il paziente capisca ‘come' mangiare e come eventualmente compensare. Eliminare e basta è scorretto e controproducente, non si acquisisce nessuna abitudine e a un certo punto si ritornerà a mangiare esattamente come prima". L'altro concetto fondamentale secondo Germani riguarda il peso. "La maggioranza delle persone è ancora legata a quel numero che vede sulla bilancia, ma il concetto di indice di massa corporea è vecchio e superato. Il peso è multifattoriale, dipende dalla genetica, dalle nostre abitudini, dal trascorso nutrizionale. Spesso i pazienti vogliono arrivare a un peso e a una forma che non sono proprie del loro corpo. Per questo io sono convinta che sia necessario lavorare sempre con uno psicologo che insegni al paziente ad accettare il proprio corpo". 

Aperitivo e dolce: sì grazie

Nel metodo Germani anche l'aperitivo è concesso. "Ovviamente l'alcol non possiamo permettercelo tutti i giorni, però anche se stiamo seguendo una dieta, non dobbiamo per forza dire di no a un momento di relax con gli amici al bar. Impariamo però a gestirlo. Guardiamo cosa portano a tavola e scegliamo di mangiare le cose giuste per restare a dieta e poi bilanciamo al pasto successivo. All'inizio imparare a scegliere non sarà facile, ma piano piano diventerà sempre più naturale". Lo stesso discorso vale se abbiamo un attacco di fame al rientro dal lavoro. "Non dobbiamo reprimere questo momento, scegliamo magari delle monoporzioni, e soprattutto sediamoci a tavola, gustiamoci il nostro aperitivo, creiamo un piccolo rito. Facciamo in modo che un nostro momento debole diventi gestibile. Evitiamo di pescare dal frigo, di frugare in dispensa e mangiare direttamente le patatine dalla busta: mandiamo giù perché sentiamo l'odore, ma non saremo gratificati e allora il corpo ne chiederà quantità enormi. E se non assaporiamo neanche come facciamo a goderci il nostro momento di confort?". Stesso discorso vale per i dolci. "Se siamo golosi, se ci va di mangiare un dessert, concediamocelo. Per evitare di perdere il controllo anche in questo caso puntiamo sulle monoporzioni e cerchiamo di crearci il nostro piccolo rito, all'inizio sembrerà una forzatura, ma poi arriverà in maniera naturale". 

Noemi e il metodo Tabata: praticare sport ma senza strafare

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Da quando ha iniziato il suo percorso con la dietista Germani, Noemi è diventata una fan del protocollo di allenamento Tabata. "Nessuno le ha imposto questo sport, l'ha scelto perché le piace e ancora oggi a distanza di due anni e mezzo, continua ad allenarsi quando può". Che il movimento sia importante, soprattutto quando siamo in cerca di un dimagrimento, è cosa nota, ma non dobbiamo immaginare che l'unico modo sia passare ore e ore in palestra o al parco a fare jogging. "Bisogna seguire le proprie attitudini. Lo sportivo ha un'attitudine caratteriale, può prendersi delle pause, ma lo sport ce l'ha nel suo DNA. Diverso è il caso di chi magari non ha mai fatto attività sportiva per anni e all'improvviso crede che per rimettersi in forma debba andare in palestra 4-5 volte la settimana. Il paziente deve essere certamente incentivato a muoversi ma non ha senso che si iscriva in palestra ci vada 3 volte e poi smetta. L'importante è essere costanti, meglio camminare trenta minuti al giorno, magari si può cominciare con dieci, e osservare delle buone abitudini durante la giornata, come evitare l'ascensore, parcheggiare la macchina più lontano. Si tratta di piccole norme quotidiane facili che ci consentono di essere attivi". 

Il mantenimento: il periodo più difficile

Oggi Noemi non è più a dieta ma semplicemente segue quello che in gergo tecnico si chiama mantenimento. "Noemi è diversa dallo scorso anno: non segue più una dieta, ma ha imparato a prendersi cura di sé. Mangia bene, si tiene in forma, quando può tra tutti i suoi impegni, si allena, ma senza manie o fissazioni. Quando lo stile alimentare e di vita viene costruito sulla persona, quando non si seguono diete precompilate, le abitudini si acquisiscono piano piano, giorno dopo giorno e diventano naturali. Il mantenimento in questo caso non è altro che il consolidamento dello stile di vita che si è acquisito". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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