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Australian Open

Pietrangeli svela cosa dirà a Sinner quando lo vedrà: “Perché io non sono un rosicone invidioso”

L’ex campione italiano di tennis si sente toccato su un nervo scoperto ogni volta che gli rammentano dei suoi giudizi su Sinner. Ha qualcosa da dire e vuota il sacco, chiarendo una volta e per tutte il suo pensiero.
A cura di Maurizio De Santis
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Nicola Pietrangeli ha smentito la narrazione che lo vuole "invidioso" dei successi di Jannik Sinner.
Nicola Pietrangeli ha smentito la narrazione che lo vuole "invidioso" dei successi di Jannik Sinner.
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"Se fossi geloso di lui, sarei uno stupido". Nicola Pietrangeli pronuncia questa frase e tira una riga sopra alla narrazione che, a 90 anni, lo dipinge come l'ex campione di tennis italiano che fatica ad accettare la grandezza delle imprese di Jannik Sinner perché ancora legato al ricordo dei suoi anni ruggenti, di quei tempi che erano un'altra cosa rispetto a oggi.

E adesso, dopo il trionfo del ‘ragazzo' agli Australian Open 2024, quel venticello torna a soffiargli sulla faccia. Lui alza il bavero e va controcorrente. Quando lo incontrerà al Quirinale, in occasione dell'incontro con la Nazionale, non farà i complimenti all'azzurro solo perché "salire sul carro del vincitore" è disciplina sempre di moda. Sarà qualcosa di spontaneo, sincero ("perché non sono un rosicone invidioso"), più di quanto il chiacchiericcio alimentato sul suo orgoglio puntiglioso abbia raccontato finora.

Jannik Sinner posa con il trofeo conquistato in Australia.
Jannik Sinner posa con il trofeo conquistato in Australia.

"Jannik mi ha fatto commuovere. Ha fatto un grande exploit, quasi ho pianto – ha spiegato nell'intervista a Repubblica -. Gli faccio i complimenti e dico che ora è anche un campione con la C maiuscola". E se dice che prima lo era con la c minuscola – s'affretta a chiarire – non è il tentativo di sminuire il talento del giovane ma solo quel sano realismo che, a prescindere dalle luci dei riflettori, solo chi ha vissuto e masticato le cose di campo ne conosce il reale significato.

"È una ragazzo di 22 anni e io ne ho 90. La sua storia mi piace, sembra una favola per bambini dal piccolo paesino di montagna fino alla conquista del mondo. Fantastico. È talmente bella che contrasta con tutte le zozzerie del mondo".

La stretta di mano tra Sinner e Medvedev al termine della finalissima in Australia.
La stretta di mano tra Sinner e Medvedev al termine della finalissima in Australia.

Aver visto alla sua veneranda età l'Italia svettare nel tennis prima in Coppa Davis e poi in uno Slam regala a Pietrangeli sensazioni bellissime. Le stesse sulle quali non ammette illazioni. E definisce "parole riportate male" e interpretate peggio anche quanto s'è detto su di lui nel giorno della conquista della Davis.

Cosa voleva dire con quel "anche se spesso vengo dimenticato"? C'era rimasto male perché il telecronista aveva citato solo Adriano Panatta come vincitore di uno degli Slam. "E io che ne ho conquistati due? Per questo dico che spesso si dimenticano di me – le parole di Pietrangeli a Sky -. Ma non so perché mi hanno messo in bocca delle cose su di lui. Spero che Jannik Sinner mi superi, anche perché sarebbe una cosa meravigliosa per lui e per il nostro sport e per il mondo del tennis". 

Due vite (o tutte le vite) per battere i suoi record. Pietrangeli interviene a smussare anche le asperità di questa affermazione alla quale – a suo dire – è stato dato un significato distorto. "Quello che volevo dire è che il primato mondiale degli incontri disputati e vinti in Coppa Davis con 164 presenze complessive (e 120 vittorie, ndr) è imbattibile solo perché quel regolamento è cambiato". La chiosa non lascia ombre: "Jannik è diventato l'uomo da battere, c'è solo da dirgli bravo".

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