Perché Scamacca è stato tirato in ballo senza che c’entrasse nulla dopo il trionfo dell’Italia in Davis

Domenica Gianluca Scamacca se ne stava per i fatti suoi a Bergamo – di ritorno dalla sfortunata trasferta dell'Atalanta a Napoli, dove peraltro aveva lasciato il segno realizzando l'unica rete della squadra orobica – e non poteva immaginare che il suo nome sarebbe diventato caldissimo a Bologna, a margine del trionfo dell'Italia in Coppa Davis, il terzo di fila della nazionale azzurra pur orfana di Sinner e Musetti. Il tutto peraltro senza che lui dicesse o facesse nulla per diventare protagonista della vicenda. È successo che il presidente federale Angelo Binaghi, più che mai deciso a massimizzare gli straordinari risultati del tennis azzurro, abbia deciso di usare proprio il nome di Scamacca come simbolo del calcio italiano, rapportato nel suo discorso allo sport di cui è massimo dirigente da quasi un quarto di secolo.
Angelo Binaghi chiede pari trattamento tra l'Italia del tennis e quella del calcio, con un obiettivo: Rai Uno
Dall'esplosione di Sinner, Binaghi – i cui meriti sono indubbi, vista la potenza e l'ampiezza del movimento del tennis italiano – sta cavalcando l'onda dei successi azzurri cercando di passare all'incasso pesante, ovvero la massima visibilità mediatica possibile. Con un obiettivo ben preciso: la ‘presa' della TV pubblica, con l'ovvio corollario che il tennis al livello più alto, quando sono impegnati i nostri rappresentanti, debba essere in chiaro.

Sulla scia dell'effetto Sinner, da ‘Rai Sport' il tennis è riuscito ad approdare su ‘Rai Due' (lì sono state trasmesse le ATP Finals di Torino di quest'anno, ma già c'era stata qualche sporadica apparizione in precedenza), ma è l'ammiraglia di stato, il primo canale, che Binaghi ha messo nel mirino. Ovvero il canale che trasmette le partite della nazionale di calcio e sul quale finalmente il tennis è approdato nell'ultimo fine settimana, prima per la semifinale di Coppa Davis tra Italia e Belgio venerdì e poi per la finale contro la Spagna domenica.
Il presidente federale tira in ballo Gianluca Scamacca come simbolo della nazionale di calcio
Una copertura premiata dagli ascolti massicci, sull'onda delle partite straordinariamente palpitanti di Cobolli. Tutta benzina per la rivendicazione di Binaghi, fatta sia prima che dopo la finale di Coppa Davis: "Noi siamo titolari dei diritti, li abbiamo presi proprio per riuscire a convincere la Rai – naturalmente facendogli anche delle condizioni di grande favore – a cominciare a riconoscerci i diritti che sono riconosciuti alla nazionale del calcio. Credo che Cobolli non abbia niente da invidiare a Scamacca, con tutto il rispetto che va dato a Scamacca e a tutti i giocatori della nazionale di calcio, ma credo che debbano avere pari diritti, pari opportunità per farsi conoscere da tutti gli italiani".

Suona un po' strano che Binaghi abbia scelto di usare come metro di paragone un calciatore che non è titolare nell'Italia, dove gli sono preferiti Kean e Retegui, ma evidentemente in quel momento il presidente della Federtennis aveva in mente il buon Gianluca…