Murray spiega quanto è duro allenare Djokovic: “Mi faceva tante domande, io non ero a mio agio”

Per qualche mese Novak Djokovic ha avuto come allenatore Andy Murray. I due dopo essere stati grandi rivali per decenni, sono nati a pochi giorni di distanza (nel 1987), si sono sfidati sin da ragazzini e poi si sono ritrovati a battagliare anche in finali del Grande Slam. Lo scozzese nel 2024 ha salutato il tennis professionistico, ma poco tempo dopo ha ricevuto una proposta inaspettata da Djokovic che lo ha voluto come suo allenatore. Di quei mesi in tandem Sir Andy ne ha parlato in un'intervista e ha spiegato di essersi sentito in imbarazzo in alcuni momenti.
"Quando lavori con un giocatore come lui emergono i punti deboli del coach"
La coppia Murray – Djokovic ha avuto su di sé le luci della ribalta. Insieme, però, non hanno prodotti titoli, anche se Djokovic con al fianco l'altro ex numero 1 è arrivato fino alle semifinali degli Australian Open e in finale nel torneo 1000 di Miami, ma in mezzo ha collezionato sconfitte al primo turno. Murray parlando al canale YouTube ‘The Tennis Mentor' ha risposto a una serie di domanda sull'avventura da coach di Djokovic.
Una partnership durata scarsi cinque mesi nella quale in più di un momento il due volte vincitore di Wimbledon ha detto di non essersi sentito a suo agio: "La maggior parte degli ex giocatori ha un punto debole a livello tecnico nel proprio gioco. Novak mi chiedeva dei feedback tecnici. Ebbene, questa era una di quelle cose nelle quali non mi sentivo affatto a mio agio. È come dover insegnare la tecnica a qualcuno. Quando lavori con un giocatore come lui emergono i punti deboli da coach". E insegnare la tecnica a chi detiene il record di Slam vinti e di settimane al numero 1 è oggettivamente un'impresa ardua.

"Lavorare con Djokovic è stata un'opportunità unica"
Poi ha rivelato com'è nata la partnership e come è arrivato il sì: "Mi ha telefonato e mi ha chiesto se volessi allenarlo. Non me l'aspettavo, per me è stata un'opportunità unica. Mi era piaciuto stare un po' a casa, ma ho pensato di provarci per vedere se mi piaceva, perché non ne ero sicuro".
Infine Sir Andy ha spiegato perché gli allenatori che sono al fianco di tennisti più giovani non debbano concentrarsi troppo sulla tecnica: "Gli allenatori che lavorano con un ragazzo di 20 o 22 anni sono più abituati a quel tipo di allenamento e in futuro mi piacerebbe imparare da loro. Sarebbe bello in futuro lavorare con un giovane e formarlo sin dall'inizio della sua carriera".