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Il disagio di Djokovic: “Umiliato davanti a tutto il mondo, ma non metto in pericolo nessuno”

Novak Djokovic è tornato a parlare dell’espulsione dall’Australia e ha spiegato quali sono state per lui le conseguenze di quella decisione: “Sono stato umiliato”.
A cura di Alessio Morra
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Novak Djokovic a Dubai ha disputato il primo torneo del 2022, ha superato due turni, ma è stato eliminato incredibilmente nei quarti da Jiri Vesely. Quel ko gli è costato il primo posto nella classifica mondiale. Negli Emirati il serbo ha rilasciato dapprima un'intervista a L'Equipe in cui ha ribadito di non aver intenzione di vaccinarsi perché vuol essere l'unico proprietario del suo corpo e poi ha parlato anche con Sport Club, e in questa intervista ha toccato tanti argomenti, compresa l'esclusione dagli Australian Open, ma ha anche detto perché ha scelto la BBC per la sua prima intervista internazionale. 

Parlando di quei dieci giorni vissuti in Australia, Djokovic dice apertamente di non aver cancellato nulla dalla sua memoria, afferma di aver vissuto momenti difficilissimi e che non dimenticherà mai. "Non posso cancellare quello che è successo dalla mia memoria, è tutto così fresco. Ci sono state tante cose che mi hanno scosso e che non posso dimenticare. Posso accettare che sia andata così e guardare avanti. Ma quello che è certo è che non scapperò dalle mie responsabilità e dal desiderio di rispondere alle domande di qualcuno. Non nascondo niente, non sono mai scappato".

L'ex numero 1 del tennis maschile ha voluto dire pure perché ha rilasciato la prima intervista internazionale alla BBC, dopo l'espulsione dall'Australia, la sua spiegazione è chiara e lineare: "Ho chiamato la BBC, che non è stata sempre amichevole con me, loro sono venuti a Belgrado e li ringrazio per questo. Abbiamo parlato per quasi un'ora e mezza, anche se hanno pubblicato solo mezz'ora di intervista. Li ho chiamati perché se facevo un'intervista con chi ho un buon rapporto avrebbero detto: ‘Eccolo, ha organizzato un colloquio in modo che non gli chieda nulla, scappa da situazioni imbarazzanti, nasconde qualcosa'".

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Dopo aver criticato la stampa: "I media vivono di sensazionalismo, molti media ma non tutti", Djokovic ha anche detto di non essere stato l'unico a essersi presentato a Melbourne in quella situazione e parlando di due casi simili al suo ha anche lanciato una stilettata alla BBC: "Ho fatto tutto quello che mi è stato chiesto. Ero in una posizione simile ad altri tennisti. Ho visto che c'è la convinzione che io sia stato privilegiato e abbia ricevuto quello status a causa di ciò che sono. Dirò qualcosa che la BBC ha tagliato, e lo ripeterò come un pappagallo: tutti avevano la stessa esenzione, dieci giorni prima di me in Australia sono arrivati ​​un tennista dalla Repubblica Ceca e un allenatore dalla Croazia con un'identica esenzione. Lui ha giocato un torneo, l'altro ha allenato il suo giocatore e non ci sono stati problemi. Improvvisamente è sorto il problema perché sono venuto. Come mai?". 

Parlando dell'espulsione ricevuta dall'Australia e dell'intervista rilasciata alla BBC Djokovic sottolinea un punto che per lui è fondamentale. Dopo tutto quello che è successo Novak dice che la sua immagine è stata distrutta: "Si è creata un'immagine molto brutta di me. Mi hanno umiliato, se così posso dire, a livello mondiale. Ecco perché è importante che io abbia sempre la possibilità di dire qualcosa, se qualcuno vuole chiedermi qualcosa, io risponderò, ripeterò le mie risposte perché non ho altro da aggiungere se non quello che ho detto per la BBC".

Djokovic sa che subirà altre critiche per la decisione di non farsi vaccinare e sa che per questo rischia di saltare diversi tornei: "La verità è la verità, e la mia posizione è la mia posizione. So che le persone continueranno a criticarmi perché ho deciso di non farmi vaccinare e perché ho atteggiamenti incomprensibili per le persone. Rispetto le ragioni di tutti. Spero che le persone, se non capiscono, almeno mi rispettino. Non credo di mettere in pericolo nessuno. È una mia decisione, sono consapevole delle conseguenze, non è nelle mie mani, non dipende da me se andrò a Indian Wells o ad alcuni tornei".

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