Djokovic a Wimbledon esulta ancora con il “pumpaj”, non è come sembra: “È un parallelo simbolico”

Anche dopo il successo su Evans nel secondo turno di Wimbledon, ottenuto con una prestazione molto convincente, Djokovic si è lasciato andare alla celebrazione sfoderata già in occasione dell’esordio. In pratica si è trattato del gesto del “pumpaj”, ovvero di pompare con le braccia. In alto, in basso e poi ai lati, con lo sguardo sorridente rivolto verso il suo angolo.
L'esultanza di Djokovic a Wimbledon dopo la vittoria su Evans
Proprio questo gesto è diventato il grido-simbolo delle proteste degli studenti in patria. Un movimento che si è acceso dopo la caduta della pensilina a Novi Sad, il 1° novembre 2024, in cui hanno perso la vita 16 persone. Una tragedia associata alla corruzione e alla negligenza delle infrastrutture, dando inizio a vasti movimenti di protesta da parte degli studenti e dei sindacati. Si pensava che Nole così facendo volesse manifestare il suo sostegno a questi giovani.
Perché Djokovic esulta con il pumpaj, i festeggiamenti con i figli
Ma è realmente così? Djokovic ha fugato ogni dubbio, spiegando il reale senso del suo gesto. Come accaduto con il "violino", il tennista serbo ha optato per questa particolare celebrazione per condividere la gioia dei trionfi con i suoi due ragazzi. Nessun riferimento alle proteste studentesche: "Pumping? Festeggerò ogni vittoria così! … È una questione tra me e i miei figli. Ultimamente abbiamo ascoltato due canzoni. Abbiamo parlato di come quella coreografia potrebbe essere adatta a ogni vittoria a Wimbledon. È così che festeggerò in futuro a Wimbledon".
Quali sono le due canzoni in questione? Nole ha sciolto i dubbi: "È un parallelo simbolico! Una è una canzone straniera, una hit dance intitolata Pump It Up, e l'altra è Throw Everything Off, dove a un certo punto dice ‘pump it, pump it, why'd you stop' (pompa, pompa, perché ti sei fermato?)".