Gli ultimi mesi di Nicola Pietrangeli, i ricoveri e la morte del figlio: “Forse dovevo essere punito”

Gli ultimi mesi di vita di Nicola Pietrangeli non sono stati semplici. Il leggendario ex campione di tennis, morto a 92 anni a Roma, capace di mostrarsi sempre sorridente, brillante e a suo agio davanti alle telecamere e ai microfoni, si era reso conto che le cose per lui avevano preso una brutta piega. Con la sua proverbiale schiettezza era stato lo stesso Pietrangeli a parlare delle sue difficili condizioni di salute e di vita, nella sua ultima intervista, quando si era mostrato affaticato per un malessere fisico e morale troppo pesante da sopportare.
Gli ultimi difficili mesi di vita di Nicola Pietrangeli
L'icona della racchetta italica, che ci ha abituato in passato ai suoi commenti spesso anche provocatori, ironici e taglienti sul tennis, aveva sorpreso tutti a fine estate quando si era aperto nel racconto della sua nuova quotidianità. Pietrangeli, che in passato aveva superato un tumore benigno al colon asportatogli, ha dovuto fare i conti non solo con gli acciacchi dell'età ma anche con le conseguenze di un incidente domestico che gli aveva causato una frattura al femore. Necessario l'intervento chirurgico per l'ex tennista, che poi era tornato in ospedale per i controlli del caso. Proprio in quei giorni ecco la notizia del decesso del figlio Giorgio a soli 59 anni, a causa di un tumore al cervello. Un fardello pesantissimo per il papà, che ha incassato un altro colpo pesantissimo.

I problemi di salute e i dolori durante il ricovero
Dolori lancinanti e un peso sul cuore per il povero Nicola che, nella sua ultima apertura sulle condizioni di salute a Supertennis, chiedeva solamente un po’ di riposo: "Sono a letto. Questo è lo stato dell'arte: doloroso e noioso. Ho la testa che frulla un po'. Mi ricordo bene le cose di cinquant'anni fa, ma non quelle dell'altro ieri. Mi sa che qualche ingranaggio non funziona più… Dovevo essere punito evidentemente. Devo aver fatto qualcosa di male nella mia vita. Vorrei un giorno senza dolore. Perché ho questo dolore fisso all'osso sacro che mi impedisce di muovermi. Le hanno provate tutte".
Distrutto Pietrangeli che, come sempre, con grande schiettezza aveva fotografato nel migliore dei modi la situazione: "Vorrei un giorno senza dolore. Perché ho questo dolore fisso all'osso sacro che mi impedisce di muovermi. Le hanno provate tutte". E poi ancora: "No, con questo dolore permanente non c'è un attimo di riposo. Ho battuto il cancro, ma non la vecchiaia, come dicono i miei figli".
A proposito di figli, la notizia dell'addio a Giorgio era stata una mazzata tremenda per Nicola: "Sarebbe stato giusto che venissi via io, non il contrario – dichiarò in un'altra occasione al Corriere della Sera – Sto male. Il dolore per la morte di mio figlio Giorgio si è sovrapposto a una condizione di salute fragile. Sono lucido, però mi sento stanco e debole, soltanto sollevare il braccio mi affatica, la mia voce esce con difficoltà".

Le ultime parole sulle difficili condizioni di salute di Pietrangeli
E poi quelle parole tremende ma così emblematiche anche per far capire quanto Nicola Pietrangeli fosse diretto e perentorio: "Non voglio fare il drammatico, ma aspetto… e mi sa che se piove non rimandiamo. Che ci sto a fare? Sono come una larva". Da lì in poi solo un'altra chiacchierata su quella Coppa Davis che è stata la sua vita e che forse è riuscito a seguire per un'ultima volta. Un'ultima gioia prima di lasciarci.