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Djokovic voleva togliere un punto a Nardi con una furbata patetica: perché aveva torto

Novak Djokovic ha provato con una furbata a togliere un punto a Nardi, litigando con l’arbitro per un presunto hindrance dell’avversario. Aveva torto.
A cura di Marco Beltrami
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Il momento più teso della partita persa a sorpresa da Novak Djokovic contro Luca Nardi a Indian Wells, è stato senza dubbio quello in cui il numero uno al mondo ha avuto un lungo battibecco con l'arbitro. Oggetto della discussione il presunto "disturbo" del tennista italiano all'avversario, dopo un servizio di quest'ultimo. In realtà si è trattato di una "furbata" da parte di Djokovic, che ha provato a strappare un punto a Nardi pur avendo torto.

Il tennista italiano era convinto che un servizio del suo avversario fosse fuori, e dunque si è inizialmente quasi fermato. In una frazione di secondo poi, resosi conto che la pallina era rimbalzata sulla linea, è riuscito con un tocco senza pretese a rispondere. Nole a quel punto è sceso a rete attaccando, e solo dopo aver colpito si è fermato con le braccia larghe, mentre il suo avversario si prendeva lo scambio e il gioco. In pratica per Nole quello di Nardi è stato un tentativo di "Hindrance", ovvero un "ostacolo" al gioco che in termini di regolamento sarebbe dovuto essere punito.

Punto contestato tra Djokovic e Nardi per "hindrance", cosa dice il regolamento

Il regolamento del tennis considera come "hindrance", una situazione che rappresenta un ostacolo e disturba l'avversario. Questa può derivare sia da una correzione da parte di un arbitro, oppure da qualcosa che si verifica in campo. Si legge che "una distrazione che si verifica in campo può essere giudicata involontaria (non intenzionale) o deliberata". Qualsiasi distrazione involontaria può comportare una ripetizione del punto, mentre in caso di volontarietà può arrivare il punto perso.

Un esempio può essere quello di un rumore anticipato, come un urlo d'incoraggiamento o un grugnito come accaduto proprio in una sfida a Wimbledon tra Sinner e Djokovic, con il secondo che fu sanzionato con un punto perso nonostante la recriminazione per l'involontarietà del suo verso durante lo scambio. Ovviamente in questi casi molto dipende anche dalla soggettività degli arbitri e non sono da escludere valutazioni diverse di situazioni simili da parte degli arbitri.

Nel caso specifico della partita di Indian Wells, Djokovic si è arrabbiato lamentandosi la presunta distrazione causata dallo stop improvviso di Nardi, prima di colpire. "Ma di cosa stai parlando? Vedi quella reazione, si è fermato. Si è letteralmente fermato e basta, mi ha confuso completamente e anche io mi sono fermato. Come puoi non intervenire? Mi stai prendendo in giro o cosa?", ha urlato al giudice di sedia che dal canto suo ha risposto: "Lui ha reagito perché pensava che la palla fosse fuori, ma non ha chiamato la palla fuori, non ha fermato il punto. Solo perché si ferma non significa che il punto si fermi". 

Infatti questo episodio non può mai rientrare nella casistica dell'hindrance perché Nardi non si è fermato per distrarre l'avversario, ma per un suo errore di valutazione che tra l'altro ha messo in difficoltà in primis lui stesso, tanto è vero che il dritto è stato tutt'altro che irresistibile. Inoltre poi Djokovic non si è fermato immediatamente, ma ha continuato a giocare con un altro colpo prima di stopparsi. Se un giocatore decide consapevolmente di effettuare un tiro, nonostante un ostacolo, non potrà poi rivendicarlo come ostacolo dopo. In sintesi avrebbe dovuto provare a fermarsi subito. Anche in questo caso però, come spiegato dall'arbitro, non ci sarebbero stati i margini per la vittoria del punto a tavolino.

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Insomma Novak Djokovic ha fatto una furbata anche perché la sensazione è che il suo sia stato un tentativo di recuperare un punto ormai compromesso, dopo un tiro tutt'altro che irresistibile. Gli è andata decisamente male, anche se poi nel post-partita Nardi si è scusato al momento del rimprovero in lingua italiana durante i saluti a rete.

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