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Berrettini, Sinner e gli altri, è solo l’inizio: il tennis italiano ha un futuro tutto da scrivere

Le prospettive che si pensavano buone per il tennis italiano del futuro si dipingono d’oro grazie ai nostri atleti, capaci di un 2021 di altissimo livello.
A cura di Jvan Sica
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Finalmente è arrivato. Si potrebbe anche dire tornato ma i fasti del tennis italiano sono così lontani da essere pochi quelli che li ricordano in maniera dettagliata. Chiudiamo il 2021 con le seguenti indicazioni dalla classifica ATP: settimo Matteo Berrettini, decimo Jannik Sinner, ventisettesimo Lorenzo Sonego, trentasettesimo Fabio Fognini, cinquantanovesimo Lorenzo Musetti. Due giocatori nei primi dieci, cinque nei primi sessanta, una cometa di Halley per una delle discipline più diffuse e seguite al mondo, ma che in Italia latitava, al netto di alcuni exploit maschili e un periodo d’oro in campo femminile nella prima metà degli anni 2000 quando abbiamo vinto tre Fed Cup.

Oltre a essere così in alto in classifica, i nostri atleti migliori hanno anche caratteristiche tecniche, tennistiche a tutto tondo e mediali molto diverse. Matteo Berrettini è costruito per il gioco contemporaneo, con il dritto molto probabilmente migliore del circuito e un servizio solido e potente. Quest’anno ha vissuto tre momenti d’oro e due di questi sono stati interrotti sul più bello dallo stesso infortunio. Stava giocando alla grande un Australian Open 2021 in cui era la testa di serie numero 8, la più alta assegnata in questo torneo a un tennista italiano nell'era Open, ma un problema ai muscoli addominali lo blocca prima degli ottavi contro Stefanos Tsitsipas. Passano dieci mesi, ATP Finals in casa, a Torino, Matteo Berrettini sta lottando contro un ottimo Zverev nella prima partita del round robin e accusa di nuovo lo stesso problema.

Deve fermarsi e saltare anche la Coppa Davis. Due colpi assurdi e davvero dolorosi. Per fortuna in mezzo c’era stato il terzo momento magico del suo 2021, ovvero la cavalcata di Wimbledon. Sull’erba Matteo vola in finale, battendo Auger-Aliassime ai quarti e Hubert Hurkacz in semifinale, la gioca lo stesso giorno in cui l’Italia di Mancini sfida l’Inghilterra a Wembley. Sogniamo la doppietta storica con Matteo che vince il primo set, ma Novak Djokovic in quel periodo dell’anno era letteralmente ingiocabile e vince 3-1.

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Il giocatore che sostituisce Matteo Berrettini alle ATP Finals di Torino dopo il suo infortunio è Jannik Sinner, che così scala altre posizioni nella sua storia personale di atleta. Ci dimentichiamo spesso che Sinner è nato il 16 agosto 2001 e, sbagliando come con pochi altri atleti, immaginiamo possa già essere al top del suo tennis e della sua costruzione fisica.

Jannik Sinner è un tennista in costruzione che però quest’anno ha vinto quattro tornei, tra cui il 250 di Melbourne, è arrivato in finale di un 1000 importante come quello di Miami, venendo sconfitto solo da Hubert Hurkacz, ha giocato bellissime partite alle ATP Finals da subentrato e non ha mai perso in Coppa Davis contro USA, Colombia e Croazia. Solo tre anni fa a un tennista del genere avremmo fatto un mezzo monumento. C’è poi che perde contro i mostri, Djokovic, Nadal, Medvedev, Zverev, ma cercare di battere questi nomi sarà lo step successivo che Jannik proverà a fare già nei prossimi anni.

Dopo i nostri due scudieri, altri tre atleti capaci di emozionarci in questo magico 2021. Lorenzo Sonego ha avuto un momento di massima brillantezza durante gli Open d’Italia in cui supera al primo turno il francese Gaël Monfils e non è mai un cliente facile, al secondo Gianluca Mager, altro tennista italiano che fa parte di una seconda fascia molto agguerrita e cresciuta a dismisura anch’essa grazie alle prove del tennista di Sanremo e di Stefano Travaglia, Salvatore Caruso, Marco Cecchinato e dell’inossidabile Andreas Seppi. Agli ottavi la partita copertina di quest’anno, la vittoria contro l’austriaco Dominic Thiem, numero 4 del mondo, prova straordinaria ripetuta ai quarti quando batte il russo Andrej Rublëv, numero 7 al mondo. Solo in semifinale si ferma il cammino di Sonego che affronta Novak Djokovic e perde in tre set dopo un incontro di quasi tre ore.

Dopo la cavalcata romana ha un contraccolpo e fa una parte centrale di stagione solo con lo squillo di Wimbledon in cui raggiunge gli ottavi e viene eliminato da Roger Federer, mentre a fine stagione non ne ha più e perde una dolorosissima partita in Davis contro il croato Borna Gojo, numero 279 della classifica ATP. Lo aspettiamo con nuove energie nel 2022.

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Infine due tennisti che stanno percorrendo strade opposte. Fabio Fognini va verso la fine della carriera, dimostrando ancora un tennis scintillante ma volte anche stucchevole, anche se nei tornei del Grand Slam risponde sempre presente e supera ostacoli a volte molto difficili se non per un tennista con la sua esperienza e caratura tecnica, mentre dall’altra parte c’è Lorenzo Musetti, il più giovane di tutti, che sta letteralmente fiorendo sotto i nostri occhi. Da una parte quindi ci sono una serie di eliminazioni al primo turno giocando male, a volte quasi svogliato, e dall’altra le semifinali ad Acapulco e Lione e gli ottavi di finale al Roland Garros, dove batte David Goffin, numero 13 del mondo, Yoshihito Nishioka e Marco Cecchinato. Agli ottavi c’è un certo Novak Djokovic da affrontare e Lorenzo vince i primi due set dimostrando un gioco scintillante, capace di impressionare il serbo come lui stesso affermerà in conferenza stampa. Queste partite però sono maratone, non semplice mezzofondo e il corpo di Lorenzo non è ancora pronto come quello di un campione assoluto come Djokovic. Finirà per batterlo con Musetti che abbandona al quinto set, ma negli occhi abbiamo un’ora di gioco meravigliosa giocata contro il migliore al mondo.

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E se il 2021 del tennis italiano è stato tutte queste cose, non vediamo l’ora di capire cosa ci aspetta nel 2022 che sta per arrivare. Tutti cresceranno, tutti andranno in caccia dei loro migliori risultati soprattutto nei tornei 1000 e in quelli del Grand Slam e a fine stagione ci sono due grandi appuntamenti “molto italiani”, le Finals ATP di Torino e la Coppa Davis che molto probabilmente si giocherà in parte in casa. Noi siamo già pronti per un altro anno di grande tennis italiano. Solo tre anni fa questa frase non aveva senso.

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