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Alcaraz divorato da ansia e nervi al Roland Garros: “Ma ora dovremo essere spaventati da lui”

Il tennista spagnolo ha spiegato cosa gli è successo durante la sfida contro Djokovic: “Ma non mi sarei mai ritirato”. Nick Kirgyos ha avuto parole incoraggianti per commentare quell’episodio: “Imparerà sicuramente come affrontare in futuro queste situazioni”
A cura di Maurizio De Santis
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La smorfia di dolore di Alcaraz durante il Medical Time Out.
La smorfia di dolore di Alcaraz durante il Medical Time Out.
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C'è una frase di Carlos Alcaraz che spiega bene qual è stato il livello di disagio e di malessere fisico che ne ha affossato le speranze di battere Djokovic e volare in finale al Roland Garros. Il tennista spagnolo la pronuncia nella conferenza stampa che fa seguito a un match nel quale gli è accaduto di tutto nel bene e nel male: prima è stato protagonista di uno scambio concluso con un punto irreale poi è stato costretto ad arrendersi a causa dei crampi.

È rimasto in campo per orgoglio, gravato anche da una penalità presa per un Medical Time Out di cui non avrebbe potuto usufruire in quel momento. Il suo impegno è stato commovente e ha fatto il paio con una domanda: cosa gli è successo? La risposta rende bene l'idea di quale sia stato il livello di sollecitazione che c

I crampi ai nervi sono iniziati alla mano, poi alle gambe e li ho sentiti su tutto il corpo – ha ammesso Alcaraz -. Una cosa del genere non mi era mai capitata. La realtà è che ho sentito la tensione di giocare contro una leggenda come Djokovic. È un avversario molto duro, che ti porta al limite. Chi lo affronta e dice che certe cose non le sente vuol dire che sta mentendo.

Il tennista spagnolo non ce la fa ma dice al suo team che vuol restare in campo.
Il tennista spagnolo non ce la fa ma dice al suo team che vuol restare in campo.

Alcaraz aveva vinto il secondo set ed era riuscito a pareggiare i conti dei game (1-1) nel secondo. Poi ha avvertito quelle fitte che lo hanno depotenziato, strappandogli ogni speranza di battere Djokovic e conquistare la qualificazione. È una lezione che l'iberico non dimenticherà. Lui stesso ammette che ne farà tesoro e che anche quell'esito negativo, quel modo in cui è finita, costituiscono un momento di crescita importante per imparare ad ascoltare il proprio corpo e a dosare le energie.

Quanto mi è successo mi servirà per il futuro. La tensione ha preso il sopravvento su di me dopo due set durissimi. Non è stato un acciacco muscolare, le ragioni vanno cercate nel fattore emotivo. Si è trattato di un problema mentale perché sono entrato nel match più teso del solito.

Djokovic stringe la mano ad Alcaraz e lo consola per l'esito del match.
Djokovic stringe la mano ad Alcaraz e lo consola per l'esito del match.

Perché non ha preso in considerazione la possibilità di chiudere il duello in quel momento? Perché ha scelto di proseguire pur sapendo che non ce l'avrebbe mai fatta a tenere testa all'avversario? Che senso ha andare avanti magari rischiando di farsi male per davvero? Alcaraz chiarisce in poche parole cosa lo ha spinto a non fermarsi.

Mi sarei mangiato la testa se mi fossi ritirato. Non ho mai preso in considerazione una cosa del genere anche se dicevo al mio team che ormai ero spacciato. Però pensavo che nel quarto set avrei avuto una possibilità minima e non ho voluto smettere di lottare. Devo allenarmi di più e meglio – ha concluso -. Devo imparare a gestire meglio questo tipo di situazioni.

Alcaraz racconta in conferenza cosa gli è successo contro Djokovic.
Alcaraz racconta in conferenza cosa gli è successo contro Djokovic.

La delusione è grande, l'amarezza altrettanta. Le parole di Djokovic sono una magra consolazione ("ha avuto sfortuna ma il futuro è suo, merita applausi perché non ha mollato") ma per Alcaraz segnano anche un punto di (ri)partenza importante. Nick Kirgyos le ascolta e sottolinea il concetto: lo spagnolo ha talento, potenzialità e un futuro spalancato davanti per dominare la scena del tennis internazionale. E spiega come in realtà quella sconfitta dolorosa possa rappresentare una vittoria. In che senso?

Mi dispiace molto per Carlos ma quel che gli è successo fa parte del processo di crescita. È abbastanza certo che ogni tennista prova questa sensazione. Ovvero irampi dovuti all’energia nervosa e all’ansia di giocare una partita di questa portata. Imparerà sicuramente come affrontarlo in futuro. Allora dovremmo essere spaventati.

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