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Simone Moro sorpreso a 6300 metri nella scalata del tremendo Manaslu: “Il cag*tto mi ha fregato”

Simone Moro è stato costretto ancora una volta a fare un passo indietro durante la scalata del temibile Manaslu. Problemi intestinali a 6300 metri d’altezza.
A cura di Marco Beltrami
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Simone Moro è abituato alle sfide impossibili. Il celebre alpinista italiano classe 1967, già protagonista di imprese epiche, ha tentato ancora una volta la scalata del Manaslu. Il massiccio montuoso nepalese fa parte della stessa catena dell'Himalaya, con la vetta più alta che raggiunge gli 8.163 metri. Dopo quattro tentativi falliti, il bergamasco ci ha riprovato, intenzionato a mettere nel suo palmares anche l'ottava montagna più alta del mondo. Quasi sul più bello però Moro è stato costretto ad una scelta sofferta, che lo ha spinto a fare un passo indietro.

Non è uno abituato ad arrendersi Simone Moro, alpinista, scrittore e aviatore che si è tolto la soddisfazione di salire sulla cima di ben 8 dei 14 ottomila metri, con tanto di record di ascensioni invernali sulle stesse altezze. Al suo attivo dunque tante avventure portate a termine, con piglio, spirito di sacrificio e abilità, senza mollare mai. Perché dunque non ritentare la scalata alla temibile montagna nepalese? Il Manaslu, ovvero in sanscrito Montagna dello spirito, rappresenta uno dei massicci più intriganti da scalare perché d’inverno diventa particolarmente temibile a causa del rischio valanghe e del vento. Raffiche fortissime e gelide, rendono l’impresa proibitiva anche per alpinisti con una lunghissima esperienza.

Lo sa bene anche Simone Moro che ha deciso di riprovarci in compagnia del collega Alex Txikon, alpinista spagnolo con il quale ha conquistato altre celebri vette, tra cui anche quella del Nanga Parbat. L'italiano ha documentato la sua "missione" sul suo profilo social, raccontando nei giorni scorsi i progressi effettuati nel quinto tentativo di scalata del Manaslu.

E nei giorni scorsi tutto sembrava procedere per il meglio, con l’acclimatamento e il raggiungimento di un paio di vette di circa seimila metri. Step importanti per giocarsi poi "le proprie carte" per il Manaslu, giovando anche dell’accompagnamento del 62enne Sonam Sherpa, proprietario della Yeti Airlines, della Thamserku Trekking e di molte altre attività, con una passione smisurata per l’alpinismo. Tre giorni fa, l’ultimo aggiornamento positivo: "Condizioni sono molte buone anche se ci sono venti molto forti sulla montagna". Insomma, grande ottimismo e fiducia per Simone Moro.

Poi però ecco il problema che lo ha costretto a rinunciare per ora alla scalata. Simone Moro è stato vittima di problemi intestinali. Una situazione che lo ha spinto a cedere, anche in considerazione di quello che lo aspettava più avanti. Giusto non rischiare: "Ciao ragazzi, il cag*tto mi ha fregato. Qui sopra c'è il campo due ma io sono sceso, il cag*tto mi ha preso tutta la forza delle gambe. Domani e dopodomani il piano è di salire e non voglio mettere nei casini nessuno tantomeno me stesso con il rischio di rimanere bloccato a 6400. Lì ci sono Alex e Chepal che stanno arrivando a campo 2. Gli ho detto che arrivare così stanco su vuol dire non recuperare e se avessi continuato ad andare su avrei dovuto anche usare ossigeno e ho preferito piantarla qui intorno ai 6300 e tornare giù con le mie forze. Erano già otto ore che andavamo su e tornare giù da solo. Non è stato rischioso perché ci sono le corde fisse oppure c'è la traccia. Il Manaslu è anche questo. Ciao!". Ci vuole coraggio anche per scegliere di fare un passo indietro, aspettando tempi migliori.

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