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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Come nasce il mito della Giamaica sul bob alle Olimpiadi Invernali: “Te lo immagini?”

La Giamaica parteciperà ai Giochi Olimpici invernali di Pechino, ma non è la prima volta: dall’esordio a Calgary nel 1988, quella della squadra dell’isola caraibica è una realtà.
A cura di Vito Lamorte
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"Te lo immagini un bobbista giamaicano?". È questa la frase più iconica del film del 1993 Cool Runnings, che in italiano è stato tradotto ‘Quattro sottozero', ispirato alla nazionale di bob della Giamaica che partecipò ai Giochi olimpici invernali di Calgary 1988. Si tratta di una storia molto singolare, visto che partì dall'idea di due uomini d'affari statunitensi, George B. Fitch e William Maloney, che vivevano sull'isola caraibica e pensarono a questo nuovo capitolo dello sport locale guardando le gare di carretti a spinta.

Dal 1988 in poi l'isola caraibica è sempre stata presente ai Giochi invernali, saltando solo l'edizione di Torino nel 2006: sono passati ben 34 anni da un esperimento che è diventata una presenza fissa. Anche a Pechino la Giamaica avrà una squadra di bob a quattro alle Olimpiadi per la prima volta dopo 24 anni, con l'ultima presenza datata 1998 a Nagano: per la prima volta parteciperà a tre eventi olimpici nella disciplina del bob, visto che si è guadagnata anche l'ultimo posto nella specialità a due e un posto nel nuovo evento olimpico del monobob femminile.

La Giamaica non ha ancora annunciato il suo roster olimpico ma Shanwayne Stephens dovrebbe guidare il gruppo a Pechino: nel 2020 il caporale della Royal Air Force è finito al centro di un grande dibattito in Gran Bretagna per un insolito addestramento fuori dal ghiaccio durante la pandemia: è stato ripreso mentre spingeva una Mini Cooper a Peterborough e su quell'episodio si è espressa in maniera ironica anche la regina Elisabetta II ("Beh, suppongo che sia un modo per allenarsi").

La storia della Giamaica ai Giochi invernali iniziò a Calgary nel 1988 e in quell'occasione si verificò un episodio che viene ricordato ancora oggi: nella terza delle quattro prove della gara del bob a quattro i giamaicani persero il controllo a metà pista e non riuscirono a classificarsi ma dopo essersi rialzati superarono il traguardo a piedi supportati dal tifo del pubblico. Fitch stava guardando la gara in tv ed esclamò "Li ho ammazzati tutti" ma quel momento viene considerato dal CIO come uno dei più emblematici dello spirito olimpico.

Alle gare di Pechino non potrà assistere il pilota della squadra che ha fatto la storia a Calgary Sam Clayton, morto nell'aprile 2020 a causa del Covid-19, mentre un altro componente di quel gruppo Chris Stokes, ora è presidente della federazione di bob della Giamaica.

Quest'isola caraibica di poco meno di tre milioni di persone è riuscita a conquistarsi un'immaginario diverso da quello solito proprio in Canada e da quel momento ha sempre conquistato il titolo di ‘squadra simpatia'. Nel 1994 arrivò quattordicesima a Lillehammer e da quel momento nacque la federazione. L'assenza del 2006 fu un duro colpo ma già a Vancouver quattro anni dopo la Giamaica riuscì a gareggiare di nuovo e la squadra di bob si qualificò nuovamente nel 2014 a Sochi.

"Sarà fuoco sul ghiaccio" ha scritto il Team Giamaica sul proprio account Twitter ufficiale dopo aver conquistato la qualificazione ai Giochi di Pechino: "Questa sarà la prima volta che la Giamaica si qualifica in 3 gare di bob olimpiche: monobob a quattro, due e femminile". Un nuovo primato per un movimento nato da un'idea e che si è costruito pian piano.

La qualificazione ai Giochi invernali del 2022 con le squadre a quattro e a due maschili e il monobob femminile, oltre a Benjamin Alexander nello sci alpino, ha soddisfatto il presidente Christopher Samuda e i vertici dello sport giamaicano stanno guardando già al futuro: la JOA (Jamaica Olympic Association) in vista dei Giochi di Milano-Cortina del 2026 ha dato vita al programma "The Italian Ice-breaker" e punta a scrivere la storia. Ancora una volta.

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