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Special Olympics, dalla sedia a rotelle alla medaglia d’oro: la storia di Samuele Tron

A margine dell’evento che ha radunato a Sappada 500 atleti di tutta Italia, il padre di questo ragazzo di 14 anni ha raccontato tutta la sua emozione nel vedere il figlio in gara insieme agli altri ragazzi: “Ho ancora nitido il ricordo di un momento in particolare, quando all’arrivo gli hanno messo il pass di atleta. E’ stata un’emozione incredibile: in Special Olympics Samuele è un atleta”.
A cura di Alberto Pucci
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La trentunesima edizione dei Giochi Invernali Special Olympics, che si è tenuta a Sappada dal 4 al 7 febbraio, ha avuto il grande merito di riportare all'attenzione i grandi valori sociali ed educativi di questa manifestazione e quelli di uno sport che deve essere sempre più senza barriere e davvero praticato da tutti: anche da persone con disabilità intellettiva di ogni età. In questi quattro giorni di grande condivisione non soltanto sportiva, a gareggiare sulle nevi delle Dolomiti bellunesi sono stati dunque 500 atleti: giunti da ogni parte d'Italia per prendere la loro pettorina e scendere in pista nelle gare di sci alpino, sci nordico, corsa con le racchette da neve e snowboard.

Tra di loro anche Samuele Tron: arrivato da Abbadia e vincitore della medaglia d'oro nello scivolamento. "Samuele oggi ha 14 anni, ha una disabilità importante perché lui non vede, non parla, ha una disabilità intellettiva ed anche fisica – ha spiegato il padre Andrea al ‘Corriere della Sera – È nato prematuro, pesava solo 1,80 kg. Nonostante ciò i primi mesi sono trascorsi abbastanza sereni, poi è sopraggiunta un’encefalite, sostanzialmente una febbre. Era ancora troppo piccolo e purtroppo ha provocato in lui questi danni permanenti. I primi 15 giorni sono stati delicatissimi, ha rischiato di lasciarci. Poi, piano piano, abbiamo risalito la china".

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L'emozione del padre

"Fino a 5 anni fa Samuele era sempre seduto sulla sedia a rotelle. Oggi invece si alza, fa anche qualche passo accompagnato e addirittura scia! Mio padre è maestro di sci, io ho sciato fin da bambino e quando ho realizzato che non avrei mai potuto farlo insieme a mio figlio è stato un duro colpo. In realtà, invece, grazie a tante Associazioni che ci hanno aiutato, abbiamo scoperto che anche Samuele poteva sciare. Per tre anni è stato portato con il guscio appoggiato su uno sci e trasportato da un maestro mentre io portavo i sacchi di sabbia e poi finalmente è accaduto quello che non avrei mai sperato: Samuele ed io abbiamo sciato insieme. Ritrovarci al Sestriere insieme, su una delle piste più belle ed impegnative, è stata una grande emozione, un vero e proprio miracolo".

"Due anni fa abbiamo conosciuto Special Olympics, è stato un incontro particolare perchè quando ne ho sentito parlare la prima volta ho subito pensato che, per quanto fosse una splendida realtà sportiva inclusiva, non ci fossero opportunità di inserimento per Samuele viste le sue condizioni. Special Olympics si dedica alle persone con disabilità intellettive e punta molto all’autonomia mentre mio figlio, avendo anche una disabilità fisica, fa tanta fatica. Mi sbagliavo. Il giorno in cui ho scoperto che in Special Olympics aveva aperto le porte anche per noi, è stato bellissimo. Ricordo ancora il primo evento a cui abbiamo partecipato. Eravamo a Bardonecchia ai Giochi Nazionali. Ho ancora nitido il ricordo di un momento in particolare, quando all’arrivo gli hanno messo il pass di atleta. E’ stata un’emozione incredibile: in Special Olympics Samuele è un atleta".

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